In autostrada tutti evitano la «corsia della vergogna»

Dottor Granzotto, vorrei sapere il suo parere a proposito dei cartelloni elettronici posti a cavallo delle corsie autostradali (li ho letti sulla A1 da Orvieto a Roma Nord). Su di essi appare il seguente messaggio: «Occupare la corsia più libera a destra». Secondo me dovrebbe essere: «Occupare la corsia libera più a destra». Siccome ho scommesso con un amico convinto, differentemente da me, che il messaggio sia giusto, le sarei grato se volesse dirimere la controversia e, possibilmente, darmi ragione.


«Occupare la corsia libera più a destra» andrebbe un po’ meglio di «occupare la corsia più libera a destra», ma entrambe suonano male. Quel «più» sembra pletorico e la preposizione troppo sbrigativa. Penso che sarebbe stato più conveniente scrivere: «Occupare la corsia libera sulla destra». Quella detta «della vergogna», caro Ottaviani, perché fino a ieri destinata ai veicoli lenti e guai a far pensare che si è al volante di una carretta. L’articolo 143 del Codice della Strada - sulle autostrade a tre o più corsie è sempre obbligatorio impegnare quella più a destra e chi contravviene è punito oltre che con l’ammenda, con la perdita di 4 punti/patente - è il meno osservato in assoluto. Forse perché la sua infrazione è anche la meno sanzionata in assoluto. Avendo rinunciato all’aereo perché oramai sono carri bestiame (e dunque o viaggio in prima classe - e, a parte il costo, sulle tratte nazionali non c’è prima classe - o con aerei privati, campa cavallo) e al treno perché luridi, scassati, immancabilmente in ritardo e percorsi da fiumane di questuanti, vu’ cumprà e artiste del marciapiede, ramo etnico, viaggio molto in auto. Anche se devo percorrere lunghe o lunghissime distanze. Posso quindi testimoniare che l’estrema corsia di destra è, soprattutto il sabato pomeriggio e la domenica, con i Tir a nanna, un deserto. Posso testimoniare che non esistono autostrade a tre corsie. Ma solo a due. Due trafficate e una lì per bellezza.
Da probo cittadino rispettoso della legge, appartengo alla risicata schiera dei «destristi» (ci conosciamo praticamente tutti per nome). E come ogni buon «destrista» sono continuamente alle prese con i «centristi». Con quelle cape toste che si ostinano a schifare l’ex «corsia della vergogna». Capita infatti che procedendo, mettiamo, a 130 chilometri all’ora io raggiunga un «centrista» che se ne va bel bello a 110. Per sorpassarlo, devo quindi spostarmi di due corsie riattraversandole poi per ricollocarmi lì dove vuole il Codice, a destra. Manovra a serpentina, non esattamente quello che ci vuole, in autostrada. L’alternativa è sorpassare il «centrista» da destra, e qui s’apre il dibattito. Per taluni agenti della Stradale sorpassare a destra è infrazione (articolo 148/3.15). Altri sono di opinione opposta non ritenendola, in autostrada, una manovra di sorpasso (che implicherebbe, è evidente, un cambio di corsia). In pratica, è il «centrista» che commette infrazione (e son quattro punti persi), non il «destrista» che procede rispettoso del Codice.

Be’, vuol sapere una cosa, caro Ottaviani? Pur avendo chiesto a destra e a manca nessuna così detta autorità in materia mi ha saputo dire da che parte sta la ragione. Da che parte sta la legge. È dura, molto dura per i probi cittadini.

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