Autostrade: rinviati solo 2 miliardi di investimenti

La società: «Abbiamo assegnato lavori per oltre 4 miliardi di euro»

Gian Maria De Francesco

da Roma

I ritardi di Autostrade nella realizzazione degli investimenti, previsti dalla convenzione Anas del 1997 e dall’atto aggiuntivo del 2002, ammontano a circa 2 miliardi di euro e non a 4 miliardi come ipotizzato nelle ultime settimane anche dall’Authority dei Lavori pubblici.
È quanto ha spiegato il direttore generale del gruppo, Giovanni Castellucci, in un incontro con le associazioni dei consumatori, preoccupate degli impatti della fusione con Abertis sulle tariffe (a questo proposito Castellucci avrebbe messo in dubbio i dati Istat). Il manager ha sottolineato che i ritardi sono dovuti a rinvii autorizzativi per 800 milioni su opere previste dalla convenzione del 1997 e per circa 1,2 miliardi a lungaggini relative alla concessione firmata nel 2004. La società ha precisato che a tutt’oggi sono stati affidati e impegnati lavori per oltre 4 miliardi.
Toccherà comunque all’Anas, che ha nominato una commissione ad hoc per valutare i riflessi della fusione con Abertis, vagliare le cifre nel dettaglio. Una circolare diramata pochi mesi fa dall’ente obbliga i concessionari autostradali ad accantonare in bilancio gli introiti derivanti da maggiorazioni tariffarie e non ancora investiti nella realizzazione di opere. Nel bilancio 2005 di Autostrade sono stati accantonati 116 milioni di euro per le opere previste dalla convenzione e non ancora realizzate portando il cumulato dal 1997 a 845 milioni di utili non distribuiti. Ora sarà la stessa Anas a dover verificare i bilanci, mentre Goldman Sachs, advisor di Autostrade, sta mettendo a punto tutte le risposte da inviare alla società presieduta da Vincenzo Pozzi.
Sul fronte della governance, invece, il cda di venerdì prossimo sancirà la cooptazione di Castellucci al posto del dimissionario Giuseppe Guarino. Al direttore generale saranno conferite parte delle deleghe revocate a Vito Gamberale del quale prenderà il posto. Gamberale, in aperta polemica con i Benetton, ieri non ha preso parte al consiglio di amministrazione di Aeroporti di Roma. La convocazione dell’assemblea straordinaria per la fusione con il gruppo iberico, che dovrebbe svolgersi tra il 26 e il 29 giugno, spetterà al cda successivo del 23 maggio. I tempi per la costituzione di una contro-cordata italiana, quindi, si accorciano sempre di più. E Credit Suisse da Londra mantiene uno stretto riserbo sul dossier. Anche Francesco Gaetano Caltagirone, presidente dell’omonimo gruppo e indicato insieme a Marcellino Gavio come uno dei potenziali interessati, ieri ha detto che la liquidità di circa 2 miliardi della società sarà investita «quando ci saranno le opportunità».
Intanto dal mondo politico continuano a giungere segnali negativi sulla fusione. Soprattutto da parte dei due principali responsabili economici dei Ds, primo partito della nuova maggioranza. «Sarebbe un fatto di rispetto da parte di una concessionaria pubblica aspettare la formazione del nuovo governo prima di prendere ulteriori decisioni», ha detto l’ex ministro del Tesoro, Vincenzo Visco. «Ci deve essere la possibilità di un confronto su tutta questa vicenda», ha puntualizzato il responsabile economico della Quercia, Pier Luigi Bersani. Ancor più deciso il segretario dei Comunisti Italiani, Oliviero Diliberto. «Secondo me, ci sono tutti gli estremi per revocare la concessione», ha sottolineato.

È ipotizzabile, quindi, che il nuovo esecutivo guidato da Romano Prodi voglia vagliare tutti i dettagli prima di dare il proprio placet.
Ieri in Borsa Autostrade ha segnato nuovamente il passo cedendo lo 0,34% a 23,66 euro.

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