Medicina

Autotrapianto di capelli con microinnesti per superare la calvizie

Felicita Donalisio

I primi autotrapianti di capelli vennero eseguiti negli anni Cinquanta, innestando nelle aree di calvizie porzioni di cute a forma cilindrica di 4-5 mm che contenevano 10-12 bulbi. Ne risultava che i capelli trapiantati crescevano a ciuffetti come quelli sulle teste delle bambole. L'avvento della microchirurgia ha cambiato radicalmente il modo di trattare la calvizie, eliminando traumi e cicatrici e producendo risultati estetici perfettamente naturali. Spiega il dottor Carlo Grassi, chirurgo estetico a Milano e Montecatini Terme, (www.microinnesti.it; tel. 02-86995786). «Il principio su cui si basa l'autotrapianto è la possibilità di trasferire in aree calve o diradate un consistente numero di bulbi sani, prelevati da altre aree del cuoio capelluto. Nel maschio adulto la zona di prelievo ottimale è quella occipitale (dietro la nuca), che non subisce mai l'effetto negativo degli ormoni maschili. L'evoluzione delle tecniche chirurgiche consente oggi di affrontare ogni specifico problema di calvizie con l'approccio più adatto. Una delle metodiche più recenti, basata sul prelievo follicolare o monobulbare, viene di preferenza usata nelle forme più lievi di alopecia, quando l'area da rinfoltire non sia troppo estesa e, soprattutto, richieda un risultato estetico particolarmente naturale (nella riduzione delle stempiature o per ridisegnare la linea frontale di attaccatura dei capelli, soprattutto nelle donne). Questa metodica consente, dovendosi impiantare un numero limitato di bulbi, di prelevarli uno per uno, evitando incisioni nella zona occipitale. La procedura si esegue con un microbisturi circolare, in grado di estrarre segmenti minimi di cuoio capelluto, contenenti un solo follicolo. Questi vengono poi impiantati nell'area da rinfoltire, praticando una piccolissima incisione. È una tecnica molto efficace anche per rinfoltire le sopracciglia». Continua il dottor Grassi: «In questo caso occorre impiantare un numero adeguato di bulbi (almeno 3000-3500 per seduta. Si impiega quindi una tecnica diversa, basata sui microinnesti, che permette non solo di prelevare la quantità di follicoli necessaria ma anche di reimpiantarla rapidamente nelle aree da rinfoltire, in modo da conservare i tessuti espiantati in condizioni ottimali. Sempre dalla zona occipitale si preleva una striscia di cuoio capelluto con un numero sufficiente di bulbi. Da questa vengono poi ritagliati innesti di tre tipi diversi: alcuni sono monobulbari, altri contengono due follicoli, mentre un terzo gruppo ne contiene tre-quattro. Gli innesti sono collocati attraverso micro-incisioni profonde 4-5 mm: le 2 o 3 linee anteriori, più importanti dal punto di vista estetico, richiedono l'inserimento di bulbi singoli dentro minuscoli forellini larghi 1 mm, ottenuti con uno speciale ago. Nelle file che seguono vengono poi collocati innesti contenenti 2 bulbi, introdotti attraverso fessure di 2-3 mm ottenute con lame microchirurgiche. Nelle file più lontane dalla fronte vengono impiantati innesti leggermente più grandi, contenenti 3-4 bulbi. Tutti gli innesti sono disposti in modo che i nuovi capelli crescano con lo stesso orientamento di quelli preesistenti nella zona. Questo tipo di rinfoltimento è più efficace di quello ottenibile con i soli innesti monobulbari che infatti non sarebbero in grado di rinfoltire la parte centrale della zona calva. Inoltre, se si volessero ritagliare soltanto innesti monobulbari, si danneggerebbe una parte non trascurabile di follicoli.

Tutta la procedura è eseguita in anestesia locale, indolore, dura 3 ore e non richiede ricovero».

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