"Bocciate le querele a Meloni e ai big Fdi"

La giunta di Montecitorio vota l'insindacabilità per la premier, Donzelli e Delmastro

"Bocciate le querele a Meloni e ai big Fdi"
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Stregoni, truffatori e magistrati. La Camera è chiamata ad applicare lo scudo dell'insindacabilità delle opinioni espresse, previsto dall'articolo 68 della Costituzione, per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro e il numero due del partito Fdi Giovanni Donzelli. Tre storie singolari che risalgono però alla passata legislatura. Il voto dell'Aula è legato al calendario dei lavori. Dovrebbe slittare a oggi. In ogni caso la giunta per le elezioni si è pronunciata a favore dello scudo. In due casi (Meloni e Donzelli) anche la sinistra ha votato con la destra, per Delmastro l'ok allo scudo è avvenuto con il voto a maggioranza.

Il caso che coinvolge la premier nel 2021, quando Fabrizio Pignalberi (presidente di "Più Italia") aveva sporto querela contro l'allora deputata e leader di FdI per un suo tweet a commento della messa in onda di un servizio delle Iene sulle attività di Pignalberi. Meloni aveva etichettato Pignalberi come truffatore. La Giunta della Camera aveva già completato l'esame del caso nella scorsa legislatura, proponendo all'unanimità di dichiarare l'insindacabilità delle opinioni della Meloni. Ma a causa dello scioglimento anticipato delle Camere l'iter non si era concluso e nell'ultima riunione sul caso, del gennaio scorso, la Giunta ha ribadito con un nuovo voto unanime l'approvazione della proposta del relatore che viene adesso portata in aula. "Ritengo che il messaggio pubblicato dall'onorevole Meloni su Twitter si collochi in un contesto di esercizio della funzione parlamentare", spiega Pietro Pittalis, deputato Fi e relatore del provvedimento che interessa Meloni.

Più intricato il voto sul sottosegretario Delmastro che riapre lo scontro tra magistratura (contabile) e politici. La richiesta dello scudo parlamentare scatta dopo querela per diffamazione presentata dal procuratore regionale della Corte dei Conti del Piemonte Quirino Lorelli per un post su Facebook del 2021 in cui il sottosegretario alla Giustizia criticava l'istruttoria avviata da Lorelli stesso sull'acquisto per le scuole di un libro dedicato alle Foibe. L'istruttoria della Corte era partita già con l'annuncio da parte dell'assessore regionale del Piemonte Elena Chiorino dell'acquisto di un libro dedicato a Norma Cossetto. In un video il sottosegretario definì il procuratore "Capitan Fracassa della sinistra giudiziaria italiana". Il relatore ha proposto alla Giunta l'insindacabilità delle opinioni espresse da Delmastro e la proposta è passata a maggioranza.

I fatti al centro del caso che riguarda Giovanni Donzelli risalgono invece al 2019 e tutto parte da una querela per diffamazione presentata da Adriano Panzironi dopo un'intervista in cui l'attuale responsabile Organizzazione di FdI criticava le attività di Panzironi stesso.

Il relatore ha proposto in Giunta di valutare quelle di Donzelli come opinioni espresse nell'esercizio della funzione parlamentare e l'organismo della Camera ha approvato la proposta di insindacabilità all'unanimità. Donzelli aveva duramente criticato le cure (senza base scientifica) proposte da Panzironi.

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