Avevano ragione loro. Ma intanto è stata fatta la volontà della Bielorussia e Vika è da anni tenuta lontana dalla felicità. Avevano ragione loro, i «genitori adottivi» di Cogoleto, i nonni, il parroco. Avevano ragione loro, anche quando li hanno fatti passare per rapitori di bambini, per fuorilegge, per sceriffi fai-da-té che si prendevano quello che volevano. Ma intanto giustizia era già stata fatta in una notte di fine estate di tre anni fa, quando una bambina di 11 anni era stata prelevata da carabinieri in divisa nel buio della notte, portata via su auto con i lampeggianti accesi che le consentivano solo di vedere le lacrime dellunica mamma e dellunico papà che abbia mai avuto, senza che però le fosse neppure consentito di salutarli per lultima volta.
Ieri il tribunale di Genova ha detto che quello che avevano fatto i genitori adottivi, i nonni, il parroco di Cogoleto, una comunità di religiosi in Valle dAosta, cioè cercare di impedire che la bambina tornasse nellorfanotrofio dove era stata violentata, non è reato. Eppure quello che sembrava la cosa più giusta, non era così ovvia. Perché la giustizia italiana ha perseguito Chiara e Alessandro Giusto e i loro «complici», il pubblico ministero ha chiesto per loro una condanna a otto mesi. Il loro gesto damore per una bambina già abbastanza sfortunata è stato additato come atto di egoismo e come sfida alla legge, al volere di uno Stato straniero di fronte al quale il governo italiano aveva messo a disposizione i suoi muscoli.
Il tribunale di Genova, ieri, con quello che il vice presidente del parlamento europeo Mario Mauro ha definito la «vittoria dei nostri ideali di libertà e democrazia», ha assolto quei pericolosi fuorilegge che stavano dalla parte di una bambina di 11 anni perché «hanno agito in stato di necessità».
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