Gli avvocati in sciopero anche a settembre

Piero Pizzillo

«Gli avvocati non sono commercianti». Non si placa, anzi si inasprisce la dura battaglia degli avvocati contro il decreto sulle cosiddette «liberalizzazioni», fonte di una valanga di proteste da parte di numerose categorie, che prende il nome dal ministro proponente, il diessino Pierluigi Bersani, di provenienza Pci. Ieri, nell’aula magna di palazzo di giustizia affollata di legali di ogni branca (penale, civile, amministrativo), si è svolta l’assemblea straordinaria (nell’ordinaria del 7 luglio era stata decisa all’unanimità l’astensione da ogni attività dal 10 sino a fine mese), per discutere del contestatissimo provvedimento, «vivisezionato» e sottoposto a critiche sacrosante e fondate. Al termine, il Consiglio dell’Ordine, presieduto da Stefano Savi, ha emesso un comunicato, in cui, tra l’altro, si dice: «Anzitutto il decreto Bersani si pone in contrasto con l’art. 24 della Costituzione (diritto alla difesa) e con l’art. 15 della carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Inoltre è demagogico, dal momento che pensa di risollevare l’economia del Paese,equiparando gli avvocati ai commercianti. Ed è mentitorio, dal momento che viene sbandierato come un provvedimento a difesa dei consumatori, quando si tratta invece di un regalo fatto dal Governo a poteri forti che imputano (falsamente) l’altissimo costo dei servizi alle spese per l’assistenza legale.

In pratica penalizza non tanto gli avvocati, quanto i cittadini, dei quali si dice dovrebbe tutelare gli interessi». L’assemblea, presenti il presidente dell’Alp, Elio Di Rella e Corrado Pagano, presidente della Camera Penale, ha aderito allo sciopero nazionale, dal 18 al 23 settembre.

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