Avvolgente con aroma ciliegia

nostro inviato a Montefalco (Pg)

Vivere dentro un'opera d'arte non capita tutti i giorni, figurarci farci il vino intorno, soprattutto se l'idea unisce una famiglia trentina che ha esportato lo spumante nel mondo e un maestro della scultura che di solito espone nei musei. Ma in fondo è questo, lì a Montefalco, sulla collina che guarda Assisi, che sì è voluto creare: un museo dedicato all'alta qualità italiana.
Insomma: i Lunelli sono quelli delle Cantine Ferrari, lo spumante ufficiale del Quirinale, e Alessandro - uno dei cuguni dell'ultima generazione - quando racconta del suo incontro con il maestro Arnaldo Pomodoro lo fa con un misto di riverenza e divertimento: «Sapesse quando mi ha fatto rifare all'ultimo il colore della barricaia perché non gli piaceva...». Risultato: un enorme dardo rosso conficcato sulla collina segnala a tutti che lì il Carapace della Tenuta Castelbuono, ovvero la cantina nata dallo stampo di Pomodoro riproduce l'«abito» di una tartaruga per contenere l'eccellenza del vino. Ovvero il Sagrantino, roba da 14 gradi e mezzo che scalda le serate e il cuore. E soprattutto illumina Lunelli, trentino doc, ma innamorato della terra d'Abruzzo tanto, appunto, da dedicare ai queli luoghi un vero e proprio monumento al bere: «È un omaggio a queste terre, per noi qualcosa di diverso da ciò per cui siamo conosciuti nel mondo».
Diverso davvero, anche perché grazie alla collaborazione con Osram, l'azienda nota per le sue lampadine, l'interno della cantina e della barricaia del Carapace gode di un'illuminazone unica che si sera la fa risplendere da lontano: «Siamo molto contenti del lavoro fatto grazie alla collaborazione dello studio Balestreri Lighting Design - afferma infatti il consigliere delegato Giorgio Barbieri -. È un'opera particolare che ha richiesto delle attenzioni incredibili: pensate ad esempio al fatto che le luci non dovessero scaldare l'ambiente dove ci sono le botti». E considerato anche il fatto che Pomodoro considera questa sua creazione «un'opera allo stesso tempo architettonica e strutturale».
E dunque: è la fine (ma anche l'inizio) di un progetto nato nel 2001 quando la famiglia Lunelli acquistò i terreni tra i comuni di Bevagna e Montefalco, 30 ettari che i cultori del rosso venerano quasi come sacri. Nacquero quindi il Sagrantino di famiglia e poi il Montefalco Rosso, ma soprattutto l'idea - appunto - di affidare a Pomodoro il riassunto dell'anima della Tenuta: «Il paesaggio mi ricordava quello di Montefeltro dove sono nato, così come l'ha raccontato in tanti quadri Piero della Francesca. Così ho pensato di non dover disturbare la dolcezza delle colline e mi è venuta l'idea di una forma come quella della corazza della tartaruga, che rappresenta longevità e stabilità nonché l'unione tra terra e cielo». Detto, fatto: via ai primi stampi, poi la costruzione, con materiali davvero originali. Tipo la polvere di rame, che copre le pareti della parte superiore. Sotto, nella barricaia circolare è tutto azzurro, un mondo capovolto dove il cielo sta sottoterra. Ma soprattutto l'unica opera d'arte, inaugurata lo scorso giugno, dove si lavora davvero. «Questo è un posto dove il tempo si ferma - racconta felice Alessandro Lunelli -, ed è proprio quello che volevamo. Un posto che chiunque può venire a visitare, per assaporare i nostri vini ma anche per godere del panorama, di giorno e di sera. Uno viene qui, si siede e si guarda intorno: non serve altro per essere alò centro del mondo».

Anche perché comunque c'è quell'enorme dardo rosso che ricorda l'arte del vino e l'idea del maestro Pomodoro che avesse ragione Leonardo Da Vinci: «Et però credo che molta felicità sia agli homini che nascono dove si trovano i vini buoni». Figuriamoci dove i vini sono arte.

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