È durato un battito dali lassoluto compiacimento manifestato dal governatore del Lazio Piero Marrazzo sulle «prospettive stabili» decretate dallagenzia di rating Standard and Poors, che tuttavia ha invitato lente a verificare il debito sanitario non transatto. Già, perché a interrompere loblio è bastata laccusa mossa da Asfo Lazio (lassociazione dei fornitori ospedalieri, associata a Confcommercio) alla giunta ulivista che non onora i pagamenti delle aziende private, ormai, da 15 mesi. Si tratta di insolvenze riferite a tutto il 2006, per un ammontare complessivo di circa 450milioni di euro che mettono a repentaglio non solo la solidità delle singole imprese ma, a quanto hanno riferito i vertici Asfo, li stanno inducendo addirittura a una sorta di «serrata» di protesta.
Nei 15 mesi appena trascorsi dallultimo pagamento, quello di dicembre 2005, i rappresentanti dellassociazione fornitori hanno cercato di avviare una serie di trattative per arrivare ad un accordo attendibile ma senza nessun risultato, tantè che si dicono «profondamente delusi perché presi in giro in quanto lo stesso presidente - specifica Vittorio Della Valle, presidente Asfo - ci aveva assicurato di sbloccare la situazione debitoria dopo il versamento dei fondi straordinari da parte dello Stato e consequenziali al piano di rientro del deficit sanitario, ma la procedura non sè innescata. Nellultimo incontro invece la Regione ci ha proposto di coprire lammontare debitorio solo a dicembre 2007. Ma, alla luce dei fatti questa proposta è irricevibile poiché conteneva pure lipotesi di un bonus del 3 per cento di sconto sulle cifre vantate». LAsfo, al contrario, pretenderebbe rassicurazioni scritte su modalità e tempistiche di pagamento delle fatture e soprattutto che, in termini di un mese, vengano certificate tutte le fatture emesse nel 2006 alle aziende sanitarie e ospedaliere, policlinici e istituti di ricerca. E per venerdì prossimo lassemblea dei soci, che ne conta circa 330 con tanto di indotto operativo sui 10mila addetti, delineerà quella che ormai potrà essere definita come una sorta di piattaforma di rivendicazioni delle piccole e medie imprese che operano nel settore dellassistenza.
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