"Non escludo licenziamenti", "Sconcertante". Nuove tensioni Tavares-Lega

Le dichiarazioni del top manager sul futuro della multinazionale allarmano la politica e i sindacati. Lega all'attacco e le opposizioni chiedono che Elkann riferisca al Parlamento

"Non escludo licenziamenti", "Sconcertante". Nuove tensioni Tavares-Lega
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Nuovi licenziamenti non sono esclusi. L'amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, continua ad agitare idealmente la scure sul futuro lavorativo dei dipendenti del Gruppo. Intervistato dall'emittente Rtl nell'ambito del Mondial de l'Auto, il Salone dell'auto di Parigi, il top manager non ha infatti trascurato del tutto la possibilità di nuove drastiche misure. "Non scarto nulla. La salute finanziaria di Stellantis non passa unicamente dalla soppressione di posti", ha sostenuto il numero uno di Stellantis. "Passa - ha quindi aggiunto - attraverso tante altre cose: immaginazione, intelligenza, innovazione. Che è quello che stiamo facendo".

Tavares ha quindi specificato che i licenziamenti ''non sono al centro della nostra riflessione strategica", focalizzata piuttosto sul "rendere i nostri clienti felici, attraverso la qualità dei nostri prodotti, attraverso l'innovazione delle nostre tecnologie, e dalla dimensione accessibile della nostra mobilità che deve essere pulita". Ma i buoni propositi espressi dal top manager fanno i conti con le contingenze e con il timore che le politiche del Gruppo passino di nuovo da misure drastiche destinate a impattare sui dipendenti, italiani in primis. Non a caso, le parole di Tavares sono state commentate a caldo con durezza dalla Lega di Matteo Salvini, dopo che lo stesso vicepremier aveva nei giorni scorsi attaccato apertamente il numero uno della multinazionale produttrice di autoveicoli.

"Le ennesime, sconcertanti, dichiarazioni di Tavares su possibili licenziamenti rendono ancora più urgente e attuale l'operazione verità sui miliardi pubblici incassati da Stellantis. Si tratta di fiumi di denaro che, per le decisioni del gruppo, hanno prodotto utili per i manager, investimenti all'estero e tagli dolorosi in Italia", ha osservato in una nota il partito di Salvini, parlando di "scandalo che faremo emergere in tutta la sua grandezza". Di recente, con una serie di interrogazioni parlamentari, la Lega aveva chiesto chiarezza sul numero di lavoratori italiani licenziati o messi in cassa integrazione da Stellantis, e sulla quantità di stabilimenti aperti all’estero.

Poi le parole durissime dello stesso Salvini: "L'Ad e la dirigenza di Stellantis dovrebbero chiedere scusa agli operai, agli ingegneri, ai tecnici, agli italiani e alla storia dell'auto italiana". Ora la Lega torna ad alzare la voce sulle politiche industriali della multinazionale, con particolare riferimento alle più recenti dichiarazioni di Tavares. Le rassicurazioni di quest'ultimo sui licenziamenti per il momento "non al centro" delle riflessioni strategiche non sono bastate a placare gli animi. Le preoccupazioni della Lega, intanto, sono le stesse sollevate dal mondo sindacale, con la Fiom che parla di "migliaia posti a rischio nella componentistica".

E dal Parlamento è la senatrice Elena Murelli, capogruppo della Lega in commissione Lavoro, a manifestare ulteriormente le preoccupazioni della maggioranza. "Da Stellantis minacce all'Italia: la Lega esprime totale solidarietà ai lavoratori del gruppo. Daremo loro la voce che la sinistra vorrebbe mettere a tacere", ha affermato la senatrice del Carroccio. Nel frattempo, anche le opposizioni hanno esplicitato la necessità di ricevere maggiori elementi di chiarezza sui progetti della multinazionale in Italia. In una nota congiunta, i leader delle opposizioni Angelo Bonelli, Carlo Calenda, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni ed Elly Schlein hanno avanzato ai presidenti di Senato e Camera la richiesta che venga al più presto ascoltato il presidente di Stellantis, John Elkann.

"Le risposte del Ceo di Stellantis Tavares nel corso della recente audizione di fronte al Parlamento sono state insoddisfacenti rispetto alle preoccupazioni esistenti sul futuro dell’attività di questo gruppo industriale nel nostro Paese (...) È urgente sapere da Elkann, in qualità di azionista del gruppo Stellantis, quali garanzie sul piano dell'occupazione e su quello della produzione ci si possa attendere. Assicurazioni, purtroppo al momento disattese", si legge nella nota delle opposizioni. E di nuovo: "Anche a fronte del sostegno pubblico di cui la società ha goduto a lungo, ci aspettiamo un impegno su nuovi modelli e chiarezza sul piano industriale. Crediamo che ogni futuro incentivo debba essere vincolato a un serio e credibile investimento della società sull’occupazione, sulla produzione italiana, e nella componentistica.

Riteniamo a questo punto doveroso che il presidente di Stellantis aggiorni il Parlamento sui motivi dei ritardi e delle scelte compiute in questi anni e che hanno portato all’attuale situazione del gruppo".

Intanto, da Parigi, Carlos Tavares ha confermato di "non cercare un secondo mandato alla guida di Stellantis" e di voler quindi portare a termine il proprio attuale mandato, fino all'inizio del 2026.

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