C'è un'immagine che oggi racconta meglio di tante statistiche la situazione in cui si trova la Germania: un treno in ritardo. Sulle ferrovie tedesche la puntualità non è più la regola, ma l'eccezione, considerando che a ottobre il 48,5% dei treni a lunga percorrenza ha ritardato oltre 5 minuti.
La locomotiva d'Europa rallenta, perde colpi e, paradossalmente, per tornare in orario guarda all'Italia. Alla guida del tentativo di risanamento c'è infatti Evelyn Palla, manager italiana chiamata a rimettere sui binari un sistema simbolo dell'efficienza tedesca. Palla ha iniziato a lavorare per Deutsche Bahn nel 2019 con la responsabilità del trasporto regionale di DB Fernverkehr. In questo ruolo, aveva promosso una maggiore autonomia
gestionale alle unità regionali e misure operative volte a migliorare puntualità e qualità del servizio. Proprio il buon andamento del trasporto regione, considerando che si tratta dell'area dove la puntualità operativa si avvicina al 90%, ha convinto il governo a scommettere sul suo modello per l'intero gruppo.
Il problema, infatti, non è solo ferroviario. I ritardi della Deutsche Bahn riflettono un disagio più profondo: infrastrutture invecchiate, investimenti rinviati, processi decisionali lenti, incapaci di stare al passo con un'economia che cambia. In un Paese che ha fatto dell'affidabilità il proprio marchio, il malfunzionamento del sistema ferroviario è diventato un caso politico ed economico. E proprio per questo la scelta di affidarsi a una manager italiana non è solo tecnica, ma simbolica: un segnale che la Germania, oggi, è costretta a ripensare i propri modelli.
Senza dubbio i dati parlano di un esordio difficile per la manager italiana nominata a fine settembre alla guida delle ferrovie tedesche, che però è passata subito al contrattacco: ieri ha annunciato l'arrivo di una scure sui dirigenti della DB, con il taglio
netto del 50% dei posti. Ma anche quelli che resteranno in azienda non hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. Il 30% di loro dovrà fare le valigie per trasferirsi da Berlino, dove si trova la sede centrale, a quelle provinciali. Palla ha indossato da subito le vesti di una manager di ferro, dando un segnale chiaro: «Nessun posto è sicuro. Laddove non ci si assume la responsabilità, ci devono essere delle conseguenze. Questo è ciò che mi aspetto dai nostri dirigenti nella sede centrale e sul territorio. È importante per rafforzare la cultura della performance a livello centrale e decentralizzato».
Così, la società nata dopo il crollo del muro per riunificare sotto un unico soggetto il sistema dei trasporti di un Paese
tornato intero, si trova oggi di fronte a una nuova svolta storica: la locomotiva d'Europa, per ripartire, sembra aver capito che l'efficienza non è solo disciplina, ma anche capacità di cambiare rotta prima di deragliare.