Cronaca locale

«La badante», galleria di emozioni nel fragile legame tra madre e figli

Partendo da un'analisi profonda del tema esistenziale dell'invecchiamento e dell'urgenza di un sostegno in vista dello sfumare fisiologico dell'autosufficienza, Cesare Lievi ha elaborato una materia teatrale complessa capace di toccare l'animo umano. È attraverso la concretizzazione di un ricco e colorato ventaglio di emozioni che il drammaturgo, nei panni anche di regista, sulla scena del Teatro Carcano da oggi fino al 26 (info: 02-55181377), dirigerà Ludovica Modugno, dando vita a «La Badante». «Ho preso spunto dall’esperienza personale, quando dovetti fare ricorso a una badante da affiancare a mia madre. Attraverso la prospettiva della "badata", ho scritto questo testo dove la protagonista, una signora ottuagenaria, interpretata dalla brava Ludovica Modugno, rivive il suo passato, fa riaffiorare ansie, inquietudini, ma anche rivitalizzata in alcuni momenti dalle sue gioie». Come tutte le signore anziane, anche la "badata" ama parlare della proprie esperienza di vita, e attraverso i suoi ricordi, scorre la storia d'Italia, dalle due guerre fino a oggi. «Mi ritengo un regista onesto: non potrei mai scrivere un testo dall'ottica della badante; non ho materiale, non conosco i loro percorsi culturali e quindi ho potuto parlare di queste aiutanti come quei corpi estranei che, arrivando nelle nostre famiglie, ne modificano la quotidianità»; evidente pretesto per raccontare dell'ottantenne signora, molto moderna nella sua libertà di pensiero, nella sua pragmaticità e nel suo realismo, priva ormai della paura della vita e anche della morte, scevra di qualsiasi pregiudizio, pur nel suo stato alterato di anziana con evidenti vuoti di memoria, ma anche dotata di grande saggezza. Dopo aver debuttato in Germania con l'edizione tedesca, Lievi ha portato in Italia questo lavoro dove si riflette, si ride e ci si commuove, grazie anche alla raffinatezza di un’attrice superba.
È Ludovica Modugno a vestire i panni della signora autoritaria, «il cosiddetto "madro" nei confronti dei figli, che rifiuta la presenza di un'estranea in casa perché convinta di potercela fare da sola». Con queste parole Ludovica Modugno racconta del suo personaggio al quale dà vita con grande spontaneità, nonostante l’attrice sia molto più giovane della protagonista. «Per me è stata una sorpresa scoprire l'elemento comico del testo al quale ho dato rilievo senza forzatura: assistendo alle reazioni del pubblico, commosso nei momenti drammatici, ma divertiti e sorridenti negli attimi di grande ilarità, ho scoperto io stessa la forza comica di un lavoro nel quale la platea, inevitabilmente, si riconosce: da un lato gli anziani, dall'altro i figli, che non avendo tempo da dedicare alla madre, le affiancano un’estranea che giunge dall'Europa dell'Est». Pièce suddivisa in tre atti, «La Badante» è una galleria di emozioni dove anche la morte della signora è un'occasione per dimostrare l’aridità di cuore della «società del benessere», quando i corpi estranei in questione, forza vitale che si contrappone alla sterilità dell'individualismo esasperato, mettono in evidenza la nostra povertà. «Dal secondo quadro, momento luttuoso per la famiglia per la perdita dell'anziana, si passa al terzo con una sorta di flashback che ripercorre il tracollo di salute della signora - spiega la Modugno -.

Con rassegnazione lei ne è profondamente e lucidamente consapevole, ed è proprio questa l'occasione per spolverare il proprio passato e certi suoi "inferni" familiari, nonché per scoprire l'importanza e la ricchezza umana della sua badante, preziosa nella sua carica di spiritualità».

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