Baglioni, Jovanotti & co tutti insieme per Fabi

Dopotutto la retorica non serve (almeno in questo caso). Niccolò Fabi è stato devastato dalla morte di Olivia, la sua figlia di nemmeno due anni che una leucemia fulminante ha bruciato all’inizio di luglio. Lui ne diede notizia su Facebook e dopo un mese ha ricominciato a cantare dal vivo perché «ne sento la forza e il bisogno». Una tragedia affrontata con sofferente dignità e basta, come è naturale, come nessuno può permettersi di giudicare. Domani a Casale sul Treja, vicino a Roma, già nel primo pomeriggio i suoi amici, che sono per la verità anche grandi artisti, hanno accettato di abbracciarlo facendo ciò che viene meglio a tutti loro: esibirsi in pubblico nel giorno in cui Olivia avrebbe compiuto due anni.
E pian piano, l’elenco degli ospiti si è allungato così tanto che davvero chissà come faranno ad esibirsi tutti. Dunque, in ordine sparso: Jovanotti, che ha accettato senza pensarci su più di un secondo, Max Gazzé, Daniele Silvestri, Elisa, Gianni Morandi, Pacifico, Claudio Baglioni, Roy Paci, Enrico Ruggeri e ancora altri che si aggiungeranno in questo concerto chiamato Parole di Lulù e sganciato da qualsiasi pinzellacchera promozionale.
Ci sarà, là su quel piccolo palco, un’atmosfera del tutto diversa da quella che si respira ai concerti e non è solo grazie alla destinazione dell’incasso, che sarà devoluto alla ricostruzione dell’ospedale psichiatrico di Chiulo in Angola. C’è una sorta di «silenzio musicale» che avvolge Parole di Lulù. Un rispetto che, per la prima volta in tanti anni, si concretizza in un evento sincero, addolorato, capace di diluirsi in quelle jam session - gli incroci e le improvvisazioni da sempre culla della nuova musica - che sono poi il punto più alto della creatività artistica. A seguire tutto ci sarà lui, Niccolò Fabi, che ha già confermato, su Facebook, che «ogni singola parola d’amore o pensiero commosso che abbiamo ricevuto sono stati un appiglio nella caduta».
Sono parole che hanno la forza malinconica di tanti testi di questo autore romano poco più che quarantenne, lanciato al grande successo da un singolo sanremese, Capelli, con il quale vinse nel 1997 tra le Nuove Proposte ma che rendeva poco il suo talento, molto più multiforme.

Timido e assai riservato, ha avuto talvolta bisogno di affiancarsi ad altri (Max Gazzé nella bellissima Vento d’Estate o Frankie Hi Nrg per Immobile) per liberare fino in fondo una versatilità sofferta e intima, molto legata alla scuola cantautoriale romana degli anni Settanta ma aperta anche ai buoni fumi etnici o addirittura jazzistici, sempre mescolati con un garbo creativo, quello sì, che lo rendono unico in Italia.

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