La battaglia contro la Green Hill, quella che è stata definita «la fabbrica della morte» sembra essere arrivata a buon punto. Almeno per quanto riguarda gli animalisti che, guidati dall'ex ministro Michela Vittoria Brambilla, a sua volta appoggiata dall'attuale ministro della Salute Balduzzi, si sono trovati in piazza Montecitorio per chiedere al parlamento di chiudere lunico allevamento di cani, venduti per la vivisezione, rimasto in Italia. Lappoggio del ministro Balduzzi alla Brambilla è essenziale, come lo è lappoggio dei parlamentari che speriamo agiscano in modo trasversale, come richiede questo argomento. La battaglia contro la Green Hill di Montichiari (BS), è sacrosanta, come lo è qualunque lotta contro uno dei crimini più neri dellumanità, bollato da uno che ha dato tutta la sua vita per aiutare i malati, il Dr. Albert Schweitzer, con queste parole «Coloro che sperimentano sugli animali non dovrebbero mai acquietare la loro coscienza dicendo a se stessi che queste crudeltà avrebbero uno scopo lodevole». Qualcuno obietterà che, chiusa la Green Hill, la compagnia che detiene la proprietà dell'azienda potrà benissimo aprire nuovi capannoni in stati dove il problema del benessere animale è del tutto ignorato. Infatti non è un caso che la Marshall, a capo della Green Hill, abbia eretto capannoni per la riproduzione dei Beagle a suo marchio, in Cina dove il welfare animale è apprezzabile andando in un qualunque ristorante, in cui si può degustare il cervello di una scimmia o in uno dei milioni di mercatini dove si trovano la bile d'orso e il corno di rinoceronte, gli agognati Viagra dei satiri cinesi un po ammosciati.
Ma perché proprio il Beagle? Questa razza probabilmente greca, ma allevata con passione nei secoli dagli inglesi (prima di tutti Elisabetta I) deve la sua sfortuna alle doti che lhanno reso famoso e amato: taglia media, resistenza fisica, quindi maggior «durata» per chi ragiona in termini di profitto, soglia del dolore alta, quindi gli si può infliggere maggior dolore rispetto ad altri, vasi di calibro notevole, quindi facili da «invadere» con strumenti da vivisezione, un carattere socievole, molto apprezzato da chi lavora d bisturi e non desidera essere morsicato. Povero Beagle, tanto fortunato nei secoli passati quanto sfortunato in quelli recenti.
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