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Ballerini, il ct della rivincita «Ma io non farò come Lippi»

da Salisburgo

Voleva la corsa perfetta, per sé e per Paolo Bettini. Una corsa dura, selettiva, fino all'ultimo respiro, come piace a quel corridore toscano dalla testa dura. Franco Ballerini si gusta il trionfo di Salisburgo. Una vittoria piena e meritata. Una corsa dominata dai primi giri, e scandita sempre dai colori azzurri. Era la squadra da battere, ma nessuno è riuscito a rovinare la festa che Franco Ballerini aveva disegnato. «Mi piacerebbe potervi far sentire ciò che ci siamo detti nella riunione tecnica fatta sabato sera con i ragazzi. Mi piacerebbe farvi sentire i nostri discorsi mentre scorrono le immagini della corsa - racconta il tecnico toscano -. Potreste dirci: ma avevate previsto tutto?... È andata come noi volevamo che andasse. Siamo stati perfetti, in ogni momento della corsa. Questa vittoria mi rende orgoglioso, perché è stata la vittoria dell'uomo più forte, ma è stata anche la vittoria di una squadra perfetta».
Calmo, pacato, disponibile, come sempre. Finalmente, però, la tensione ha lasciato il posto a quel senso di appagamento che il tecnico del campione del mondo si gode a pieni polmoni. «Ci voleva, abbiamo fatto tanto per arrivare a questo», dice. Ma è innegabile che il selezionatore azzurro fosse sotto i riflettori, guardato a vista dopo la disfatta di un anno fa a Madrid. «Io non mi sono mai sentito in discussione - dice -. Ho fatto il mio lavoro nel migliore dei modi e per questo devo ringraziare la Federazione. Sono soddisfatto per come abbiamo vinto e, francamente, non ho pensato un solo momento a fare come Lippi. Questo lavoro mi piace troppo, e sono felice di poter continuare a farlo».
Bettini e Ballerini: due uomini che hanno dovuto penare non poco per conquistare la fiducia di tutti... «È così. Capita, ma non ne abbiamo mai fatto un dramma. C'è chi nasce con la camicia e chi se la deve fare con il tempo. Paolo forse è passato professionista senza tanti squilli di tromba. Ma come corridore non lo si discute: è un talento vero, purissimo. E poi credetemi, non avrà il carisma di Mario Cipollini, ma in corsa sa essere leader quanto lui. Paolo è un grande leader, e il gruppo l'ha scelto e lo considera come tale. Oggi poi è campione del mondo, e a questo traguardo ci è arrivato con i favori del pronostico.

Pochi sanno vincere da favoriti: lui è tra questi».

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