Gian Battista Bozzo
da Roma
La riforma della Banca dItalia - in particolare il mandato a termine per il governatore e uniniezione di collegialità nelle delibere dellistituto - ancora non ha un «contenitore»: sarà probabilmente un emendamento alla legge sul risparmio, ma non è escluso un disegno di legge ad hoc. «Il ministro e gran parte della maggioranza sono per lemendamento al ddl risparmio - conferma il sottosegretario allEconomia Maria Teresa Armosino, al termine di un incontro con Domenico Siniscalco - però non siamo innamorati del provvedimento». Il mandato dovrebbe durare 8 anni, ma sul periodo di transizione la discussione è ancora aperta.
«Il governo ascolterà Siniscalco, poi affronterà il problema tenendo nettamente distinti le recenti scalate bancarie dalle regole di vigilanza», spiega Gianfranco Fini. Per il vicepremier «non esiste un caso Fazio, la sua relazione al Cicr è stata esauriente; esiste invece la necessità di affrontare la questione del funzionamento della Banca dItalia, a prescindere da tutte le vicende che hanno riguardato lattuale governatore». Con la Lega, «che difende Fazio, e non è lunica forza di maggioranza a farlo - osserva Fini - è possibile ragionare, e non troverei nulla di disdicevole in un accordo bipartisan con lopposizione».
Man mano che savvicina il Consiglio dei ministri di venerdì, dedicato al caso Fazio, ma anche alle intercettazioni telefoniche di questa estate bancaria, il quadro si chiarisce: nessun processo al governatore, e necessità di modificare le regole statutarie della nostra banca centrale. «Non bisogna cedere alle pressioni di precisi gruppi finanziari ed editoriali, con il sostegno della Margherita per ghigliottinare Fazio», avverte Fabrizio Cicchitto, vice coordinatore di Forza Italia. Quel che importa sono i mercati, e non gli articoli di giornali finanziari «ispirati da alcuni degli interessi in campo nel nostro Paese», aggiunge. Anche Rocco Buttiglione ricorda che il governo non vuole fare del caso una «questione personale». Lemendamento al ddl risparmio, contenente la riforma della banca centrale, è per il ministro dei Beni culturali «unipotesi possibile». Lo stesso Roberto Maroni dice che si può discutere di riforma di Bankitalia, «ma - aggiunge - il primo punto da risolvere è il macroscopico conflitto dinteresse fra controllore e controllati: non è possibile che solo in Italia le banche vigilate siano anche azioniste dellistituto centrale».
Non trova spazio, invece, la richiesta del capogruppo Ds Gavino Angius di anticipare la convocazione del Senato per lesame del ddl risparmio. «LUnione in proposito ha una sua posizione: tutti - rileva Angius - abbiamo chiesto le dimissioni di Fazio, e contemporaneamente una profonda riforma di Bankitalia da fare subito in Senato, in coincidenza con la legge sul risparmio». Il governatore «non deve restare in carica un minuto di più», aggiunge Willer Bordon, della Margherita.
La linea prevalente nella maggioranza è di tenere formalmente separati il caso Fazio e la riforma di Bankitalia. Il passaggio chiave dellemendamento governativo sarà, perciò, quello che riguarda il periodo transitorio. La Banca centrale europea è chiara in proposito: un governatore nazionale non può essere allontanato in maniera spiccia, lo vieta lo Statuto della Bce allegato al Trattato di Maastricht. Occorre dunque un periodo transitorio, sulla cui durata la discussione è ancora molto aperta. Lopzione di far partire ex novo gli otto anni viene esclusa da Siniscalco. Forse non lauspica lo stesso Fazio, che è governatore dal 93, quindi da una dozzina danni.
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