
Notizia. «Assessora contro il cyberbullismo cyber- bullizzava sotto falso nome».
Ed è difficile dire se fa più male leggere la parola «assessora» o scoprire che dietro una paladina dell’uso responsabile dei social si nasconde una odiatrice da tastiera.
A proposito. Il fatto che non si specifichi nei titoli il partito dell’assessore, conoscendo il giornalismo italiano, significa che è di sinistra.
Comunque. È successo che a Lecco - terra famosa per Promessi Sposi e per il gelato (è una battuta, pessima; scusate) – l’assessore alla Famiglia, Giovani, Comunicazione, Rapporti con i cittadini ed Evoluzione digitale, dopo che due settimane fa ha presentato «Cinque patti educativi digitali per combattere il cyberbullismo», l’altra sera con l’account «Anonimo 582» ha ripetutamente insultato e deriso un cittadino che su Facebook aveva criticato l’amministrazione comunale per un problema alla pavimentazione in città. Tragicamente smascherata, l’assessore - doppia morale e triplo salto mortale - prima ha fatto l’immancabile video di scuse e poi si è dimessa. E tanti saluti alla superiorità etica, culturale, politica e informatica dei progressisti 2.0.
In ogni caso. La vicenda ci sembra riassumere perfettamente la sinistra italiana. Non binaria per quanto riguarda i generi ma doppia in tutto il resto.
Moralista in pubblico e carnefice in privato, finge sempre di essere qualcosa che non è. Come ha confessato nel video di scuse l’“assessora”: «È terribile cadere negli errori che si combattono». E non parlava solo per lei.