da Roma
Roma, 27 maggio 2004. Il neopresidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, lancia un appello al sistema bancario italiano per «fare squadra». «Sentiamo la mancanza di banche italiane che accompagnino la nostra internazionalizzazione», dice il presidente. Passo successivo, sempre a Roma nel novembre del 2004 viene sottoscritto un protocollo dintesa tra i presidenti di Confindustria Montezemolo e dellAbi, Maurizio Sella che si impegnano «ad affrontare le tematiche connesse al miglioramento delle relazioni».
Ma gli istituti di credito sono stati indifferenti ai bisogni delle imprese? I dati dellAbi, lassociazione delle banche italiane, sostengono che i cordoni della borsa non sono stretti nei confronti delle aziende. Da dicembre 2001 a dicembre 2005 il tasso medio annuo di crescita dei finanziamenti alle imprese si è attestato costantemente tra il 6 e il 7% a fronte di un aumento del Pil e degli stessi investimenti industriali di gran lunga inferiore. «Allinterno dei finanziamenti - spiega al Giornale Gianfranco Torriero, direttore dellarea ricerche dellAbi - la componente con durata superiore a 5 anni è aumentata del 15%, mentre quelli di durata inferiore, più sensibile alle oscillazioni dei tassi di interesse, sono diminuiti. E le condizioni praticate sono migliori rispetto a quelle degli altri Paesi dellarea euro».
Insomma, un contributo non indifferente alla sopravvivenza e alla crescita dimensionale del sistema Italia, testimoniata dalla diminuzione dei crediti in sofferenza sul totale degli impieghi passato dal 2,78% del dicembre 2000 all1,26% di fine 2005. «La relazione tra banca e impresa - aggiunge Torriero - è diventata più stringente e anche il fenomeno del pluriaffidamento oggi è meno accentuato perché la prima banca finanziatrice di unimpresa ha una quota più elevata sul totale delle sue esposizioni bancarie e può offrirle una gamma più ampia di servizi che comprendono anche la consulenza legale e fiscale». Dal 2001, quindi, i legami sono sempre più stretti e coinvolgono tematiche che in unazienda fino a qualche fa erano di esclusiva competenza dei rapporti con Viale dellAstronomia.
Il terzo e decisivo passo della strategia montezemoliana: lingresso delle banche in Confindustria non è però stato ancora realizzato se non in qualche sporadico esperimento locale. Il rinnovo della presidenza Abi sarà fondamentale. Se a Maurizio Sella dovesse succedere loutsider Luigi Abete, ex numero uno di Confindustria e presidente Bnl, lavvicinamento potrebbe farsi più concreto.
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