L'interesse dei francesi per le nozze con Banco Bpm è tutt'altro che spento. A ribadirlo ancora una volta è il nuovo ceo di Credit Agricole, Olivier Gavalda, che ieri ha presentato il nuovo piano al 2028 della Banque Verte. «Se fossimo avvicinati» da Piazza Meda «per una combinazione in Italia, lo vedremmo molto favorevolmente», ha detto il banchiere ribadendo come «in nessun caso accetteremmo di vendere» la divisione italiana «per cash».
Il referimento, probabilmente, era ad alcune indiscrezioni circolate nelle ultime settimane dove si ipotizzava della possibilità di una cessione delle attività italiane di Credit Agricole a Bpm. La banca francese (che vanta una quota intorno al 20% in Piazza Meda e potrebbe salire ancora in futuro) manda un messaggio forte e chiaro al gruppo guidato da Giuseppe Castagna che da poco è sfuggito al tentativo di scalata di Unicredit: fate la vostra proposta perché «una fusione con Credit Agricole Italy» ha «molto senso» e crea «molte sinergie», rileva ancora Gavalda. Anche se «il progetto non è in fase avanzata». Se si decidesse di procedere con le nozze, tuttavia, l'elefante nel corridoio con cui fare i conti sarebbe il golden power del governo. Da una parte, l'Agricole potrebbe riuscire a ottemperare ai paletti già prescritti a suo tempo a Unicredit (non è in Russia, ha un modello di concessione del credito simile a Bpm). Dall'altra, però, ben difficilmente potrebbe essere digerito il passaggio di Anima (la società dei fondi con 200 miliardi di risparmi italiani) nel perimetro di un'istituto francese. In tal caso, per rendere quanto meno possibile l'accordo, potrebbe essere necessaria la cessione di Anima che a quel punto potrebbe interessare a Mps per unirla a Generali. «Forse un giorno accadrà», ha precisato Gavalda riguardo le nozze con Bpm e, quindi, «vogliamo organizzarci per definire la nostra crescita organica» che in Italia ha ancora spazi. Il piano del nuovo ceo attribuisce un'importanza rilevante al mercato italiano, dal quale si attende un contributo del 20% agli utili del gruppo che fra tre anni sono visti sopra gli 8,5 miliardi. La strategia punta a 60 milioni di clienti per l'intero gruppo, circa 3.500 miliardi di euro di risparmi e oltre 30 miliardi di euro di ricavi entro il 2028. Nel nostro Paese l'attesa è di superare 6,5 milioni di clienti. Per quanto riguarda Amundi, la società dei fondi di Agricole, è stata siglata un'intesa con Intermediate Capital Group di cui è diventata azionista con il 9,9%.
Il gruppo, quindi, si sta muovendo per rimpiazzare la partnership con Unicredit che scadrà nel 2027.Intanto c'è attesa per domani, quando la Commissione annuncerà il pacchetto d'infrazioni di novembre tra i quali potrebbe spuntare una sanzione per l'applicazione del Golden Power sull'operazione Unicredit-Bpm.