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Donnet getta la spugna: addio a Generali-Natixis

La nota dei due gruppi: "Non ci sono le condizioni". Pesano il no di Caltagirone e il rischio Golden power

Donnet getta la spugna: addio a Generali-Natixis
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Era una fine annunciata da tempo, ora c'è anche l'ufficialità: è morta l'alleanza nel risparmio gestito tra il gruppo assicurativo Generali e il gestore francese Natixis. Si parlava di un cda decisivo per il 19 dicembre, ma i due gruppi hanno anticipato i tempi con una nota congiunta per sancire l'addio al progetto. «Facendo seguito all'annuncio del 21 gennaio 2025 relativo alla firma di un Memorandum d'Intesa non vincolante per la creazione di una joint venture tra le rispettive attività di asset management, Generali e Bpce (il gruppo che controlla Natixis, ndr) hanno condotto approfondite interlocuzioni e le consultazioni previste con gli stakeholder interessati», ma «sebbene negli ultimi mesi il lavoro svolto insieme abbia confermato il merito e il valore industriale di una partnership, Generali e Bpce hanno stabilito congiuntamente di interrompere le consultazioni in linea con i termini comunicati il 15 settembre scorso concludendo che non sussistono le condizioni per raggiungere un accordo definitivo».

Fin dall'inizio, del resto, è stata forte la contrarietà di alcuni azionisti di peso come Francesco Gaetano Caltagirone (che vanta il 6,2% del capitale Generali) e una rappresentanza nel cda della compagnia composta da Flavio Cattaneo, Marina Brogi e Fabrizio Palermo. Del resto erano contrari anche altri azionisti di peso come Delfin e Unicredit, cui si è aggiunta la nuova Mediobanca (che possiede il 13,2%) post scalata da parte di Mps. Si chiude quindi un'operazione per la quale si era speso il ceo di Generali, Philippe Donnet, che aveva però destato molte perplessità anche nel governo, preoccupato per la possibilità che 650 miliardi di risparmio italiano potessero finire sotto il controllo di un gruppo estero. Natixis e il Leone, del resto, avrebbero dovuto scontrarsi con buone probabilità contro i paletti del Golden Power per una joint venture che sulla carta prevedeva un controllo paritetico dei due gruppi, ma che in realtà era squilibrata a favore dei francesi. Un'alleanza della durata di 15 anni, durante la quale il ceo sarebbe stato espresso da Generali per 5 anni rinnovabili, ma dopo un decennio il futuro vertice sarebbe stato tutt'altro che scontato. «Entrambi i gruppi mantengono il loro impegno per lo sviluppo di un'industria finanziaria dinamica, guidata da campioni europei competitivi a livello globale che contribuiscano al successo economico della regione», conclude il comunicato Generali e Natixis. Questo passaggio, atteso, significa che le indagini delle Procura di Milano sulla scalata di Mps a Mediobanca e il presunto concerto tra Caltagirone e Delfin non hanno finora avuto ripercussioni sul nuovo corso di Generali.

Da vedere ora cosa deciderà di fare Donnet, il ceo che ha voluto l'alleanza con Natixis e ora la vede su un binario morto. Peraltro, senza il supporto della vecchia Mediobanca di Alberto Nagel, che lo avevo voluto in testa alla sua lista per il cda.

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