Mps, Nagel ci ripensa e aderisce all'Ops

Il ceo consegna 364mila azioni, Pagliaro e Vinci lo seguono. Domani è l'ultimo giorno

 Mps, Nagel ci ripensa e aderisce all'Ops
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«Nessun razionale, nessun valore, non aderire all'offerta Mps!». È con questo slogan che Mediobanca, per settimane, ha guidato la sua campagna-media di resistenza contro l'Opas lanciata da Monte dei Paschi di Siena.

Un'operazione bollata dall'amministratore delegato Alberto Nagel come «non consueta e non standard, con troppe anomalie» nonché - come recitava anche il claim - «ostile, non concordata, priva di razionale industriale». Eppure, dopo la vittoria di Rocca Salimbeni, anche i tre massimi dirigenti di Piazzetta Cuccia hanno deposto le armi. Dopo le cospicue vendite sul mercato delle scorse settimane, Nagel, il presidente Renato Pagliaro e il direttore generale Francesco Saverio Vinci hanno aderito, almeno in parte, all'offerta di acquisto e scambio la cui riapertura si conclude domani.

Un cambio di passo che non passa inosservato. Non solo perché stride con la linea ufficiale di Mediobanca, ma anche perché questo processo segnala, di fatto, un riconoscimento implicito del valore dell'operazione.

Entrando nel dettaglio dell'internal dealing pubblicato ieri da Consob, Nagel ha consegnato 364mila azioni Mediobanca, ricevendo in cambio circa 922mila titoli Mps e 330mila euro in contanti: un controvalore di 7,6 milioni di euro ai prezzi di venerdì. Pagliaro ha aderito con 1 milione di azioni, ottenendo 2,5 milioni di titoli

Mps e 900mila euro (per un totale vicino ai 21 milioni), mentre Vinci ha messo sul piatto 263mila azioni, ricevendo 660mila titoli Mps e 240mila euro. Nel frattempo, Pagliaro ha ceduto anche un ulteriore pacchetto da 100mila azioni a 21,008 euro, portando a casa 2,1 milioni di euro. A queste adesioni vanno sommate le operazioni di vendita effettuate in precedenza. Il gruzzolo dell'ex amministratore delegato è salito così a circa 54,3 milioni di euro più 922mila titoli Mps (circa 7,4 milioni di euro ai prezzi di venerdì). Pagliaro ha monetizzato 15,6 milioni di euro e 2,5 milioni di azioni di Siena quotate circa 20 milioni di euro. Vinci ha finora conseguito 21,2 milioni di euro e 660mila azioni del Monte che valgono circa 5,3 milioni. Premesso che si tratta di una parte di retribuzione variabile soggetta a tassazione (inclusa quella del 26% sui capital gain), il trio di vertice ha comunque messo in cassa 91 milioni di euro tenendo in portafoglio un pacchetto di azioni Mps da 21 milioni. Insomma, il valore c'era e lo si sta estraendo considerato che prima delle vendite, secondo le comunicazioni ufficiali, Nagel deteneva 3,22 milioni di azioni Mediobanca (per un valore di 67,5 milioni ai corsi attuali), Pagliaro 2 milioni (42 milioni) e Vinci 1,41 milioni (29,4 milioni). La loro esposizione ora è molto più leggera.

Sul fronte dell'offerta, domani Mps, che ha già superato il 70% del capitale di Mediobanca, dovrebbe raggiungere - secondo le stime - quota 80 per cento. Il successo dell'operazione, pensata dall'ad del Monte Luigi Lovaglio e sostenuta dai grandi azionisti Delfin, Caltagirone e Tesoro, impone di pensare già ai passi successivi. Tra Siena e Milano si studia la lista da depositare entro il 3 ottobre per l'assemblea del 28. Nell futuro board, che sarà ridotto al minimo statutario di nove componenti, dovrebbe trovare posto anche lo

Anche a causa dei 2,5 milioni evasori, quest'anno i contribuenti hanno impiegato 156 giorni per onorare tutte le richieste avanzate dal fisco. In altre parole, per rispettare le decine di scadenze previste dall'erario, le persone fisiche e quelle giuridiche hanno teoricamente lavorato per lo Stato sino all'inizio di giugno. Versamenti che, rileva la Cgia, sono necessari per retribuire i dipendenti pubblici, la sanità, la scuola i trasporti, le forze dell'ordine. Solo dal 6 giugno fino al prossimo 31 dicembre (209 giorni) gli italiani lavoreranno per sé stessi e per la propria famiglia. A pesare sul carico fiscale sono anche i molti disonesti: si calcola siano quasi 2,5 milioni le persone fisiche occupate irregolarmente o senza partita Iva; a partire dalla Lombardia (379.800 persone). Quanto invece al tasso di irregolarità, dato dal rapporto tra irregolari e totale degli occupati, la Calabria è prima (17,1%) quindi Campania (14,2), Sicilia (13,6) e Puglia (12,6). La media italiana è al 9,7 percento.

stesso Francesco Saverio Vinci come «traghettatore» tra il passato e il futuro. Da Copenaghen è arrivato un ulteriore segnale di approvazione del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. «L'Opas è stata un'operazione positiva, come si è visto dal successo riscosso sul mercato.

Abbiamo privatizzato senza collocamenti», ha dichiarato togliendosi un altro sassolino dalle scarpe. «Non abbiamo aiutato nessuno, Lovaglio non ha mai ricevuto una mia telefonata», ha aggiunto riferendosi alle vecchie polemiche sollevate da Nagel. Che ormai sono solo cronaca.

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