«Abbiamo trasformato il gruppo in un nuovo leader in grado di competere a livello europeo». E ancora: Mps con Mediobanca «avrà la possibilità di crescere non solo in Italia ma anche all'estero». L'amministratore delegato dell'istituto senese, Luigi Lovaglio, mostra un piglio ambizioso e internazionale nella conference call con gli analisti dopo i conti trimestrali, facendo intendere di voler imprimere un cambio di marcia alla crescita di un gruppo che può diventare l'istituzione finanziaria che «l'Italia merita».
I conti di Mps, ora diventata un centro nevralgico della finanza tricolore avendo nel suo perimetro Mediobanca e Generali, sono quindi motivo d'interesse aggiuntivo all'inizio di un percorso che in questa trimestrale non vede ancora il consolidamento di Piazzetta Cuccia. Nei primi nove mesi dell'anno, Mps ha realizzato un utile netto di 1,36 miliardi di euro in calo rispetto a un anno fa ma in crescita del 17,5% al netto dei 470 milioni di crediti fiscali goduti nel 2024. Nel dettaglio, a un ripiegamento del margine d'interesse sul quale ha influito
la dinamica al ribasso dei tassi Bce (1,63 miliardi, in calo di 130 milioni) ha fatto da contraltare una crescita sostenuta delle commissioni (+93,2 milioni a 1,18 miliardi). La spinta decisiva è il risultato dell'attività di negoziazione titoli e di valutazioni al fair value di attività e passività che ha portato a un apporto positivo di circa 165 milioni. Il combinato ha portato i ricavi a 3,05 miliardi, in lieve crescita rispetto ai 9 mesi 2024. Quanto allo spaccato del terzo trimestre, i profitti si sono attestati a 474 milioni al di sopra delle attese degli analisti.
Alla luce di questi numeri, Lovaglio ha affermato che Mps da sola realizzerà a fine anno un utile ante imposte «superiore a 1,6 miliardi». Inoltre, ha confermato che rispetterà «il payout del 100% per gli anni a venire» anche in considerazione di un impatto da 100 milioni annui del prelievo sulle banche contenuto nella bozza delle legge di bilancio. Notizie e conti che sembrano essere stati particolarmente graditi al mercato, tanto che il titolo di Rocca Salimbeni ieri è stato il migliore in Piazza Affari in rialzo del 4,4% a 7,75 euro.
Lovaglio ha ricevuto giocoforza molte domande sul futuro di Mediobanca. E il banchiere non si è sottratto parlando di un aggregato Mps-Mediobanca «innovativo e diversificato, in grado di fornire supporto alle famiglie, alle Pmi e alle grandi imprese del Paese» con sinergie che potranno essere anche superiori ai 700 milioni previsti. Mediobanca rimarrà un marchio autonomo, mentre la questione Generali sarà affrontata più avanti. Quanto a Compass, Lovaglio
Scatto in Borsa, poi rientrato, di Nexi in scia alle indiscrezioni di Bloomberg - poi confermate dalla società - su un'offerta da 1 miliardo da parte del fondo Tpg per la sua piattaforma banking. Il titolo nel primo pomeriggio è balzato di colpo da 3,9 euro fino a 4,2 euro per poi rimangiarsi tutto il guadagno in chiusura.
ritiene che «abbia il potenziale per espandersi all'estero» e, in futuro, ritiene che «anche il private banking e l'investment banking» ci sarà possibilità «di crescere non solo in Italia». Ci sarà carne al fuoco anche per quanto riguarda partnership e acquisizioni. A precisa domanda su Anima, che per Banco Bpm è un potenziale ostacolo a un'operazione con il Credit Agricole, l'ad del Monte ha tenuto aperte tutte le porte: «Anima è per noi partner importante, vogliamo continuare a far crescere l'offerta di nostri prodotti, e questo ci permette di rafforzare anche la nostra relazione con Banco Bpm». Insomma, nessuna preclusione anche per un eventuale affondo sul gestore di fondi italiano.
Intanto, per Mps si va verso un'assemblea straordinaria entro gennaio per modificare lo statuto e rendere possibile la lista del cda. Il piano industriale del gruppo integrato sarà presentato nei primi tre mesi del 2026.