Barroso: "Fondo da un miliardo per fermare la fame". Ma poi la decisione è rinviata

Occhi puntati sull'Africa al G8. Barroso: "Creare un fondo per sostenere l'agricoltura dei Paesi in via di sviluppo". La Merkel: "Servono misure per garantire l'alimentazione mondiale". Poi l'annuncio del rinvio

Barroso: "Fondo da un miliardo per fermare la fame". Ma poi la decisione è rinviata

Tokyo - Il presidente della Commissione Europea, Jose Manuel Barroso, ha annunciato di aver proposto la creazione di un fondo di aiuti agricoli di un miliardo di euro per l’agricoltura dei Paesi in via di sviluppo. E' la risposta europea alla vertiginosa crescita dei prezzi alimentari, una proposta annunciata da Barroso nel corso di una conferenza stampa poco prima dell’inizio del vertice del G8 che si svolge quest’anno in una stazione termale molto amata dai giapponesi, l’isola di Hokkaido.

Riflettori sull'Africa Prima giornata del vertice del G8 dedicata all’Africa e alle gravi ripercussioni subite dal continente africano a causa della crisi energetica mondiale e dei rincari dei generi alimentari. I leader di Sudafrica, Algeria, Etiopia, Ghana, Nigeria, Senegal, Tanzania e Unione africana hanno avuto un pranzo con gli Otto Grandi seguito da una seduta di lavoro, in cui hanno discusso di aiuti e sviluppo. I paesi africani si aspettano che Germania, Canada, Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Italia, Giappone e Russia mantengano fede agli impegni assunti nel summit del 2005 di Gleneagles, in Scozia, per portare gli aiuti a 25 miliardi di dollari l’anno entro il 2010. Stando a quanto denunciato da diverse organizzazioni umanitarie, i Paesi del G8 hanno garantito finora solo il 14% degli aiuti promessi, pari a 3 miliardi di dollari dei 22 annunciati. Gli attivisti hanno accusato in particolare Francia, Canada e Italia di non aver versato le risorse promesse. E la scorsa settimana il Financial Times ha pubblicato la bozza del comunicato conclusivo sull’Africa, in cui i leader del G8 affermano di voler rispettare "i nostri impegni per l’aiuto allo sviluppo assunti a Gleneagles", ma senza indicare la cifra dei 25 miliardi di dollari l’anno entro il 2010. "I leader africani si aspettano che il G8 trasformi le promesse in azioni - ha detto la scorsa settimana il Presidente della Commissione Ua, Jean Ping - è in gioco la credibilità degli impegni internazionali".

La proposta di Barroso Per far fronte alla crisi alimentare, Barroso ha annunciato l’intenzione di proporre ai paesi membri dell’Ue la creazione di un fondo da un miliardo di euro per sostenere il settore agricolo nei paesi in via di sviluppo. Se il piano venisse approvato, il totale degli aiuti stanziati dall’Ue per affrontare le conseguenze della crisi sarà di 1,8 miliardi di euro, ha precisato Barroso. Da parte sua, il Cancelliere tedesco Angela Merkel ha annunciato alla stampa tedesca l’adozione di una "vasta gamma di misure per garantire l’alimentazione mondiale", mentre il presidente francese Nicolas Sarkozy ha dichiarato a un giornale giapponese di voler invitare i paesi ricchi che non lo avessero ancora fatto a rafforzare le restrizioni all’export di prodotti alimentari. "La crisi alimentare internazionale è la principale sfida principale per il mondo - ha detto il Capo di Stato francese - nel XXI secolo dobbiamo poter essere in grado di nutrire il pianeta".

Dopo l'annuncio, tutto rinviato È stata "rinviata" la decisione della Commissione europea, di prelevare un miliardo di euro di stanziamenti accordati alla politica agricola comune (Pac), ma non utilizzati. Lo ha confermato all’Ansa Michael Mann, portavoce della commissaria europea all’agricoltura, Mariann Fischer Boel. 

La crisi in Zimbabwe I leader del G8 affronteranno anche la situazione politica nello Zimbabwe, dove il presidente Robert Mugabe ha giurato per il suo sesto mandato dopo aver vinto il ballottaggio in cui era l’unico candidato.

La "giornata africana" di Toyako sarà seguita, domani, dal vertice sui problemi economici e politici mondiali, mentre mercoledì, gli Otto grandi affronteranno la questione dei cambiamenti climatici con i leader di altri sette paesi, tra cui Cina e India.

 

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