Il suo Giro potrebbe iniziare e finire il 2 maggio prossimo alle ore 15, quando Ivan Basso dovrà comparire davanti al capo della Procura antidoping del Coni, Ettore Torri. Di sicuro è andata in fumo la Freccia Vallone, che si corre oggi in Belgio, e molto probabilmente stessa sorte avrà la Liegi-Bastogne-Liegi, in programma domenica prossima. Lo scorso mese di settembre sia la Procura del Coni che la Disciplinare della Federciclismo avevano archiviato la pratica Basso con una sentenza sub judice: «Se dovessero emergere nuovi fatti...». I nuovi fatti sembra che ci siano e siano più di uno, per questo la Procura ha deciso di riaprire il caso (solo per lui, non per altri corridori che sono implicati nella stessa vicenda e probabilmente il Giro lo correranno). A Ivan è stata contestata la violazione dell'articolo 2.2 del Codice Wada (uso o tentato uso di una sostanza vietata o di un metodo proibito) recepito nelle norme sportive antidoping del Coni.
«Mi sembra evidente che in tutta questa vicenda risplenda di luce propria la disparità di trattamento tra Basso e gli altri atleti sospettati ha detto in un incontro stampa ieri sera Massimo Martelli, il legale del corridore varesino -. Il ciclismo parla tanto di pulizia, ma questo esercizio è fatto solo in maniera unilaterale. In Spagna ci sono 100 sacche di sangue, nove sono già state attribuite (lesame del Dna ha inchiodato Jan Ullrich, ndr), e le altre di chi sono? Se vogliamo fare chiarezza, facciamola, ma tutti i sospettati devono fare ciò che viene chiesto a Ivan».
Nuovi elementi. Al centro delle rivelazioni ci sarebbe unagenda nella quale Fuentes avrebbe annotato prelievi e reimmissioni di sangue (autoemotrasfusione, vietata perché pratica dopante) effettuati al corridore Birillo contraddistinto dal numero 2 ed identificato in Basso dalla Guardia Civil. In più, ci sarebbero indizi su pagamenti effettuati a Fuentes e un esame del sangue che Basso avrebbe sostenuto a Madrid nel novembre 2005, circostanza che il varesino ha sempre smentito.
La squadra. Ieri Basso avrebbe dovuto volare in Belgio per schierarsi al via della Freccia Vallone. Ma il varesino è rimasto trincerato nella sua casa di Cassano Magnago, mentre la sua squadra, la Discovery Channel, alla fine di una giornata difficile e tormentata ha deciso di sospenderlo sine die «anche se - ha detto il team manager Johan Bruyneel - sosterremo Ivan in ogni circostanza».
Il Giro. La bufera potrebbe avere effetti disastrosi e mettere a rischio la partecipazione del varesino al Giro d'Italia. «È una situazione complicata - ammette Angelo Zomegnan, responsabile del Giro per la Rcs -. Dopo la sospensione disposta dal suo team, la partecipazione di Basso al Giro d'Italia (che scatterà il 12 maggio, ndr) diventa difficile». Va anche aggiunto che a livello psicologico per Basso questo è stato un ulteriore durissimo colpo, molto difficile da assorbire.
Il sindacato. Amedeo Colombo, il presidente dell'Assocorridori italiana, non ha dubbi: «C'è un'atmosfera strana intorno al ciclismo, ed in particolare ad Ivan Basso si legge in un nota -. Stiamo assistendo ad una vera e propria lapidazione pubblica del corridore varesino.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.