Guido Podestà, candidato Pdl, Lega, Nuovo Psi e Dc alla Provincia di Milano, ancora una settimana di campagna e, poi, dicono i sondaggi, Filippo Penati e la sinistra faranno le valigie.
«Noi continueremo a lavorare serenamente, come abbiamo fatto dallinizio della campagna sino ad oggi. Cè un consenso crescente allazione del governo Berlusconi che alle parole fa seguire sempre i fatti. La scelta di campo continua».
Parola dordine concretezza, ma il suo competitor laccusa di sfuggire al confronto.
«A parlare sono i fatti. I milanesi sanno quanto hanno sofferto in questi cinque anni di governo Penati. Sessanta mesi trascorsi senza aver mai avuto la capacità di dare risposte. E sanno che dall8 giugno ci sarà una gestione della Provincia diversa rispetto a quella made in Penati fatta di case delle Pace, alloggi acquistati per ospitare i rom e una valanga di consulenze doro. Dunque, attueremo le competenze per cui la provincia esiste: manutenzione delle strade, sviluppo delle infrastrutture viarie, nuove metropolitane, messa in sicurezza delle scuole».
Entriamo dentro la Provincia governata dal Pdl. Tema forte della sua campagna è la sicurezza.
«Bisogna recuperare il tempo perso dopo che Penati ha tolto ogni potere e le armi alla polizia provinciale dotandola invece di fischietti».
Fischietti?
«Incredibile, ma vero. Agenti con fischietti per aiutare qualcosa come tre milioni e 800mila cittadini a non essere sopraffatti dalla criminalità. E, fatto ancor più grave, con risorse ridotte ai minimi termini».
Be, in compenso Penati ha distribuito 25 milioni di euro a 25mila famiglie per affrontare la crisi.
«Traduzione: ha preso in giro i milanesi, ancora una volta. Quei 25 milioni erano quelli che, parola di Penati, avrebbe investito per acquistare una quota di Alitalia. Una partita di giro, diciamo. Ammesso e non concesso che stanziamenti di questa natura rientrino nelle prerogative della Provincia, ma cosa risolverebbe una famiglia in difficoltà con mille euro in una situazione dove padre e madre possono rimanere disoccupati? La verità è che Penati promette mari e monti, si ostina a fare promesse da campagna elettorale».
Risultato, lo sfratto di Penati è dunque dietro langolo...
«Lo dicono i milanesi che incontro in giro per mercati, convegni e happy hour. Cittadini che non ne possono più, che non hanno fiducia nella sinistra di Penati e che non credono nella solita politica di un colpo al cerchio e uno alla botte. Vogliono, reclamano chiarezza, nelle scelte sui termovalorizzatori, sul territorio e sulle infrastrutture dopo aver pagato limmobilismo di Penati».
E in tema, è sempre valida lofferta alla Lega della vicepresidenza?
«È desiderata e gradita oltre che scontata. Ho fatto la corte a Matteo Salvini, ma ci sono tanti amici eccellenti in casa Carroccio. Sarà la Lega a indicare le persone».
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