RomaÈ un battuta, anche se in effetti sarebbe una trovata elettorale mica male (pure quando tirò fuori «Forza Italia» si sprecarono gli sfottò, poi prese il 30 per cento). Il premier, da navigato intrattenitore e pure comunicatore con discreto curriculum, ha applicato il modello base del «depotenziamento», roba che si insegna anche ai corsi di comunicazione finanziati dal Comune. Cioè se ti attaccano su un punto, invece di nasconderlo, accentualo portandolo sullo scherzo, così gli altri invece di scandalizzarsi ridono, e il problema si sgonfia un po. Peraltro la battuta sulla gnocca come simbolo del partito non è nemmeno nuova, laveva già fatta a gennaio, al compleanno della Biancofiore («Sapete, cè bisogno di rilanciare il partito. È per questo che ho deciso di cambiare nome al Pdl. Voglio dirvi che ho deciso di chiamare il partito forza gnocca»), ma con meno raccapriccio quella volta. La stessa cosa fa col «bunga bunga», una boutade che tira fuori in continuazione («Siete così simpatici che vi invito tutti al bunga bunga», ai militanti del Pdl di Milano, e così via), per sdrammatizzare.
Il gusto comico è opinabile, ma è quello, da Bagaglino, tipico del nostro premier barzellettiere. Ma che fosse una battuta e non un programma politico non è difficile da capire. Devessere il momento politico, si annusa la possibilità di rovesciarlo, e quindi anche la battutaccia diventa motivo di riprovazione generale (per dire, quando raccontò quella della mela, sempre in ambiente sessuale, non ci furono richieste di dimissioni per indegnità morale). Si registra però, per disgrazia dellopposizione, unintesa perfetta anche sul pecoreccio tra Berlusconi e Bossi, e la Lega in generale. Che nel giorno del «forza gnocca» come partito se nè uscita con invettive da caserma allindirizzo dellonorevole piddina Lucia Codurelli. E poi Bossi, che ha dato una lettura popolare della battuta del premier: «Siete solo invidiosi...». Insomma lasse Pdl-Lega è fortissimo.
Ma gli altri, compresi alcuni del Pdl, non erano in vena di scherzi stavolta e sono partiti dalla gnocca per tirare le estreme conseguenze del berlusconismo. Un po eccessivo come spunto? La Bindi, che ha il dente avvelenato con Berlusconi su questo piano (la cattolicissima deputata è bersaglio di freddure per via della sua, diciamo, scarsa avvenenza), era veramente sconvolta: «È tragedia, non più farsa. È offensivo verso le donne e attraverso le donne colpisce la dignità della politica, delle istituzioni, dellItalia». Questa tragedia della gnocca (copyright Rosy) ha subito trovato altri spettatori ugualmente prostrati dal declino morale. Specie ovviamente le donne democratiche, come la Finocchiaro, che non ha avuto dubbi nel rintracciare in questa battuta il chiaro segno della fine di Berlusconi. Uno che scherza sul suo stesso partito, in quel modo, è «al di là del bene e del male», rimproverando al premier di aver fatto quella battuta senza nemmeno tenere conto delle agenzie di rating (che comè noto declassano i paesi con premier che raccontano barzellette sporche). Si scopre lesistenza della «Rete delle Giornaliste Unite Libere Autonome», che sgridano il presidente del Consiglio intimandogli un «non le è consentito, non ci fa ridere».
Lonorevole Misiani, anche lui del Pd, considera questa forza gnocca uno «schiaffo agli italiani», i quali secondo la Todini, ex industriale vicina al Pdl, pensano proprio a quello, anche se forse «il premier non dovrebbe dirlo» (il commento più lucido della giornata). In versione corale tutte le donne Pd concordano che la battutaccia è «unoffesa ai sentimenti di un Paese sempre più piegato». Tutto questo sempre per lo scherzetto triviale su «forza gnocca». Giustamente qualche comico ci marcia su, essendo materia sua, e Dario Cassini su Sky lancia il concorso a premi per trovare il simbolo di «Forza Gnocca». Becero anche lui che ride su una tragedia (copyright Bindi) di queste proporzioni.
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