Il governo irlandese potrebbe ricorrere agli aiuti europei per rifinanziare le principali banche del Paese, in gravi difficoltà. L’ipotesi sta prendendo piede a poche ore dalla riunione dei ministri finanziari dell’Eurozona, oggi a Bruxelles.
Lo stesso vicepresidente della Bce, il portoghese Vitor Constancio, riconosce che il fondo Ue di stabilizzazione potrebbe essere utilizzato per ricapitalizzare il sistema bancario irlandese. Gli accordi europei non consentono prestiti diretti alle banche; tuttavia, osserva il numero due della Bce, il governo di Dublino «potrebbe accedere ai finanziamenti per poi girarli alle banche». Del resto, anche la Grecia ha girato alle proprie banche 10 miliardi di aiuti Ue. Gli istituti irlandesi in difficoltà, a partire dalla Bank of Ireland, potrebbero aver bisogno di 50 miliardi di euro. Complessivamente, il pacchetto di salvataggio varrebbe 60-80 miliardi.
La discussione di Bruxelles si annuncia «molto impegnativa sull’euro e dunque anche sull’Italia», commenta da Milano il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. L’Europa vuole assolutamente evitare il ripetersi della crisi greca. Il direttore del fondo anticrisi - che può contare complessivamente su 750 miliardi di euro - Klaus Regling parteciperà alla riunione dell’Eurogruppo, con tutte le carte già pronte al bisogno. Comunque, fonti della Commissione confermano che non è stata presentato alcuna richiesta di aiuti. Dublino, dice il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Junker, ritiene di avere la situazione sotto controllo e dunque un accordo sul salvataggio «non è imminente».
Anche secondo la stampa irlandese, la soluzione potrebbe essere quella di una richiesta di fondi europei per sostenere le banche. I mercati dei titoli di Stato hanno ieri scommesso su un compromesso di questo tipo. Il premio sui bond irlandesi a 10 anni rispetto al bund tedesco è sceso a 545 punti base rispetto al record di 652 toccato lo scorso 11 novembre. In calo anche i credit default swap di tutti i Paesi periferici, dall’Irlanda,al Portogallo,alla Spagna. In rialzo invece quelli sulla Grecia, penalizzata dagli ultimi dati di Eurostat che vedono un deficit 2009 rivisto al 15,4% del pil, contro il 13,6% calcolato in precedenza. La Grecia supera anche l’Italia nella situazione debitoria, toccando il 126,8% del pil. L’effetto greco-irlandese ha penalizzato l’euro, che ha chiuso ieri a 1,3588 dollari.
Nonostante le smentite di prammatica, negoziati sotterranei sono in corso fra Dublino e Bruxelles. Il premier britannico David Cameron ha ricordato con enfasi che la stabilità dell’economia irlandese è nell’interesse del Regno Unito, che verso l’isola verde esporta più che in Russia, Cina e India messe insieme.
Sul Taoiseach ( il premier irlandese) Brian Cowen si accumulano le pressioni non solo da parte della Germania, ma anche di altri Paesi dell’Eurozona come il Portogallo, che è in allarme per un possibile effetto contagio. Lisbona, dice il ministro delle Finanze Fernando Teixeira Dos Santos, rischia di dover ricorrere al fondo anticrisi europeo, a causa dell’instabilità provocata dal caso Irlanda.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.