La Bce lancia l’allarme sulla disoccupazione

Una pezza alla crisi del debito è stata messa con il salvataggio da 80 miliardi di euro del Portogallo, peraltro vincolato a ferree misure di risanamento da parte di Lisbona. Chiuso (forse) un dossier spinoso, per i 27 ministri finanziari dell’Ue che ieri hanno concluso la riunione Ecofin di due giorni nei pressi di Budapest, resta quanto mai aperto il capitolo legato a una ripresa economica sottoposta non solo a minacce endogene (oltre agli squilibri dei bilanci pubblici, anche le criticità del sistema bancario, da valutare con i prossimi stress test), ma anche a quelle esterne.
«Ci sono rischi legati alla situazione in cui versano alcuni segmenti dei mercati finanziari - ha confermato il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet - e all’impatto sulla crescita sia delle crisi in Nordafrica sia del dramma giapponese». Insomma, non sono poche le variabili in grado di impattare sulla crescita e ostacolare il mercato del lavoro. Trichet, con un aggettivo spesso usato da Obama, ha parlato di «un livello di disoccupazione inaccettabile». Nell’euro zona, il 9,9% della gente è a spasso. Solo la Germania ha riportato i disoccupati ai minimi dal 1999 (7,1% in marzo) in virtù di una recovery superiore alle attese (il governo ha alzato ieri le stime sul Pil 2011 dal 2,3 al 2,5%). L’Italia sta un po’ meglio della media (8,4%), ma la disoccupazione giovanile è da record.
Così, il malcontento monta. Ieri, per le strade di Budapest migliaia di persone hanno protestato proprio contro la crisi sociale, che colpisce soprattutto Paesi come la Spagna, e contro i piani di austerity varati dai governi. Ma per l’Eurotower, la ricetta con cui si può battere la disoccupazione è sempre la solita: risanare i conti pubblici e attuare le riforme strutturali.
Sotto il profilo occupazionale, qualche segnale di luce sta invece arrivando dagli Stati Uniti. Scongiurato il blocco dell’apparato pubblico grazie alla firma in extremis della finanziaria 2011, ora i mercati possono concentrarsi sulla stagione delle trimestrali, che si apre domani con i conti di Alcoa. L’appuntamento darà indicazioni sullo stato di salute dell’economia Usa e, indirettamente, sulla possibilità che le aziende riprendano ad assumere con continuità. Anche la Fed potrebbe trarre indicazioni per chiarire se i tassi resteranno fermi fino a fine anno.
La Bce ha invece già deciso un rialzo dello 0,25%. Con buona probabilità, Trichet chiuderà il proprio mandato in ottobre con almeno un’altra stretta. L’Europa è intanto al lavoro per trovare il successore del banchiere francese «entro fine giugno», ha detto il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble. Al momento il candidato più forte è il governatore di Bankitalia e presidente del Financial stability board, Mario Draghi.

Ma la corsa di Draghi sarebbe secondo alcuni ostacolata dal fatto che il vicepresidente dell’Eurotower è un portoghese e, secondo la prassi, il presidente deve essere un nordeuropeo. «La nazionalità non conta», ha però ribattuto il ministro delle finanze spagnolo, Elena Salgado. La partita è aperta.

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