Gli slogan di questi primi giorni di governo Monti non sono esattamente tranquillizzanti. Anzi, mettono un po’ d’ansia. Il lavoro da fare «è quasi impossibile, ma ce la faremo».Perdipiù non c’è molto tempo perché «sarà una corsa». E poi la parola più grave: «Sacrifici ». Ancorché equilibrati («sacrifici ed equità »); piuttosto che in stile Robin Hood («pagherà chi ha dato di meno»). Parole di Mario Monti. Nello specifico il premier, nei sermoni con i quali ha incassato la fiducia dei due rami del Parlamento, ha ventilato alcuni provvedimenti tra i più impopolari che si possano escogitare: si parla di stangate sulla casa e sulle pensioni; di nuovi aumenti sull’Iva;di licenziamenti facili.
Tutta roba che andrebbe a colpire anche la classe media e pure più sotto,c’è poco da girarci intorno. Quanto debba valere, in euro, questa prossima manovra, se 30, 40 o 50 miliardi (cioè migliaia di miliardi di vecchie lire), poco importa in fondo in fondo: queste sono cifre che sempre più si snocciolano con fin troppa facilità, manco fossero prezzi di supermercato. Invece sono miliardi, cifre mostruose che servono ad abbattere un fardello altrettanto spaventoso: quello dei 1.830 miliardi di euro di debito pubblico. Lasciamo stare perché l’unica cosa che conta è un’altra: per i cittadini italiani saranno lacrime e sangue.
Ma allora attenzione perché c’è un rischio enorme. Il rischio-beffa. E cioè che questo salasso si riveli inutile. C’è il pericolo che la ricetta choc del governo tecnico, pur ritenuta corretta dalla teoria economica e sostenuta da una maggioranza politica bulgara, si riveli una goccia nell’oceano della crisi strutturale che avvinghia Eurolandia. E, come tale, dalla marea della speculazione venga spazzata via in un batter d’occhio.Assorbendo tutte le lacrime e lasciando solo il sangue. Di cosa stiamo parlando? Semplice: di quello che ci stanno dicendo i mercati finanziari in queste ore. Il week end di lavoro del nuovo governo, formato e reso operativo in tempi record, ieri è stato accolto da un classico lunedì nero: Piazza Affari -4,5%, peggiore Borsa occidentale; differenziale BtpBund salito da 467 a 480. Cos’è: il mercato non si fida di Monti? Niente affatto. Il punto è un altro, ormai conclamato:non c’è nessun fenomeno di premier italiano in grado di cambiare gli umori del mercato.
Non a caso, nelle stesse ore, la Francia veniva minacciata da Moody’s di perdere la tripla A e il suo «spread» contro il Bund saliva da 150 a 155 punti; in Spagna il percorso virtuoso del cambiamento politico, voluto da Zapatero e accolto come l’esempio da replicare,veniva accolto con un ribasso del 3,5% dal listino di Madrid; in Grecia nulla di nuovo.
E per non farci mancare nulla, negli Usa la commissione bipartisan non trova l’intesa sui tagli alla spesa pubblica. Ebbene: cose volete che importi la manovra del governo italiano di fronte a queste situazioni? La crisi dei debiti non è e non mai stata nella loro dimensione, bensì nella fiducia o meno che essi non vengano rimborsati. E in questo momento, dopo un anno intero di tentennamenti europei, il mercato ha capito che non esiste una politica comunitaria in grado di mettere in sicurezza l’euro, minacciato dalle diverse velocità delle sue economie nazionali.
Ci vorrebbe un annuncio contemporaneo di Roma, Atene,Madrid,Parigi,in teleconferenza sincronizzata su tutti i canali dell’etere europeo, con i dettagli delle singole manovre e, di seguito, le rispettive approvazioni, sempre in
diretta tivù. Seguite dall’annuncio della nascita del fondo salva Stati. Con la benedizione di Berlino e della Bce. Allora forse sì che i mercati apprezzerebbero. Viceversa i nostri sacrifici saranno stati fatti per nulla.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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