nostro inviato a Brembate Sopra (Bergamo)
Non è la storia di Sarah. Ma già adesso fa tanta paura.
Tre giorni di silenzio, il telefonino irraggiungibile. Lei bella, bionda, crisalide di bambina che sta diventando donna. Sparita. Dissolta in una sera piovosa di fine autunno.
La sua casa sta a Brembate Sopra, detto così chissà dov'è, invece siamo a nemmeno dieci chilometri da Bergamo, un villino colorato dai i mattoni rossi, dentro la mamma e il papà. Una sorellina e un fratello più piccolo che aspettano. Fuori i carabinieri che cercano. Frugando tra i boschi, i cascinali, i pozzi di questo pezzo di Padania che vorrebbe essere una cartolina felice.
Yara Gambirasio, 13 anni, da venerdì sera non è più rientrata nella sua casetta di via Rampinelli, costruita giorno dopo giorno dal papà Fulvio geometra e dalla mamma Mara, insegnante d'asilo. L'hanno vista per l'ultima volta al palazzetto dello sport, dove faceva danza - quasi una professionista ormai -: le compagne di ginnastica ritmica e un'insegnante, Daniela Rossi. Stavano preparando il saggio di fine anno. Incollate alle musiche che Yara aveva portato, con il suo stereo. Per provare, per divertirsi. La palestra dista dalla casa appena poche centinaia di metri.
Un'ora: 17.30-18.30. Poi il silenzio. Settecento metri la separavano dal ritorno, un quarto d'ora a piedi, 700 metri. Non vedendola, la mamma ha telefonato. Ma il cellulare, sempre acceso, stavolta, risultava spento. Indossava un giaccone nero e aveva ancora indosso i fuseaux da danza.
Nelle scorse ore sono stati ascoltati parenti, amici e conoscenti. La sua fotografia è stata diramata a tutte le forze dell'ordine in Italia. La traccia del suo telefono cellulare si perde intorno alle 18.50; in quel momento - secondo i riscontri tecnici degli inquirenti - la ragazzina era ancora nei pressi di Brembate Sopra. «L'hanno portata via, voglio riavere mia figlia», le uniche parole della madre che sembra non aver più forze per parlare.
Carabinieri e vigili proteggono il villino, mentre i curiosi della domenica già si avvicinano alla casa del «dolore» . In Val Brembana e Val Imagna un centinaio di uomini ieri hanno continuato a cercare fino a quando si è fatta notte. Tra i boschi, le cascine, i fiumi.
I cani hanno fiutato qualcosa, ma poi hanno perso la traccia, Qualcuno deve aver portato via Yara. Potrebbe esser stata trascinata su una macchina, una moto, forse dal qualcuno che conosceva e di cui si fidava. Ma vale anche l'ipotesi opposta: uno sconosciuto potrebbe essersela presa con la forza. O forse due: in nottata un testimone avrebbe raccontato di aver visto la ragazzina con due uomini. Una traccia, forse. Un brandello di ipotesi a cui aggrapparsi in questa ricerca affannosa e disperata. Unico punto fermo: se di sequestro si trattasse non è certo a scopo estorsivo. Non è una famiglia ricca quella di Yara. Intanto il pm ha paerto un fascicolo per sequestro di persona. I carabinieri del comando provinciale di Bergamo, com’è ovvio in un caso delicato come questo, indagano tenendo le bocche cucite.
L'insegnante di danza, almeno lei, parla di questa ragazzina che ama volteggiare: «Attendiamo un segnale che finora non è arrivato. Yara era entusiasta della kermesse regionale di ginnastica ritmica che si doveva svolgere nella nostra palestra. Abbiamo chiesto ai nostri dirigenti regionali di sospenderla: non abbiamo la forza morale di sostenere questa giornata sportiva. Il pensiero di tutti noi, atlete, allenatrici, accompagnatori, genitori è rivolto a Yara e alla sua famiglia.
È tutto il giorno che parlo con le mie bambine e ragazze per riuscire a capire qualcosa che possa essere utile agli inquirenti. Ma Yara è una ragazza solare e non ha segreti, per lei oltre alla palestra esiste solo la scuola e la famiglia». Oggi le ricerche riprenderanno. E, con esse, anche le speranze di ritrovare Yara.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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