RomaDallAfghanistan al piano Sud, dal decreto fiscale allaffaire Tremonti. Un Berlusconi a tutto campo quello di ieri, teso a sgonfiare le polemiche delle ultime ore. In primis quella sulla missione a Kabul: «La linea non si cambia», taglia corto il premier dopo luscita del Senatùr che aveva chiesto il ritiro dei nostri militari. «Quella di Bossi era una battuta, detta così non cè nulla». Poi, rivolto ai giornalisti in Transatlantico, sorride: «Capisco che dobbiate riempire le pagine dei giornali ma questa è aria fritta». Sul tema il leader della Lega disinnesca la mina: «Anche se resto convinto che non sia così facile esportare la democrazia, mi adeguo alle decisioni della maggioranza». Pure La Russa nega ogni contrasto col Carroccio che infatti «ha votato come noi il rifinanziamento della missione proprio in queste ore».
Poi laltro nodo sui poteri del ministro dellAmbiente Prestigiacomo, inserito nel decreto anti-crisi, appena approvato alla Camera. Per Berlusconi il testo potrebbe subire delle modifiche al Senato in modo da riattribuire al ministro le vecchie competenze in materia di centrali energetiche. Dal canto suo Stefania Prestigiacomo assicura: «Ho avuto la parola del Presidente e a me quella basta». Un primo via libera al Dl anticrisi, quello di ieri a Montecitorio, privo del sì del Movimento per le autonomie di Lombardo e di qualche assente di troppo nelle file del Pdl. 285 «sì» e 250 «no» lo score finale, accolto con una smorfia da Berlusconi che ha forse ripensato in quellistante alla sua antica battaglia contro lassenteismo parlamentare.
Ma la questione più importante resta il Mezzogiorno, campo sul quale nella maggioranza cè stata qualche fibrillazione. Incassate le aperture di credito da parte di Lombardo («Bene: Berlusconi ha promesso un piano per il Sud e il dissequestro dei fondi Fas», le parole del governatore siciliano), il premier assicura: «Stiamo lavorando» al rilancio del Meridione. A questo proposito proprio oggi il Cavaliere incontrerà i ministri dellEconomia, delle Infrastrutture, dello Sviluppo economico, dellAmbiente e degli Affari regionali per un summit sul tema. Progetti concreti che otterrebbero il via libera da parte di tutti, Tremonti e Bossi in testa, accusati dai «sudisti» di essere i principali responsabili della disattenzione nei confronti del Meridione. In realtà non ci sarà nessun veto leghista sui fondi da destinare al Sud ma la parola dordine devessere una sola: soldi ma soltanto per progetti mirati. Massima sintonia tra Berlusconi e Bossi, palesata ieri in aula e poi alla buvette: sorrisi, abbracci, strette di mano e la richiesta a Umberto: «Perché non vieni a vedere come procedono i lavori in Abruzzo?».
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