Fabrizio de Feo
da Roma
LUnione Europea è malata di burocrazia. Ma non per questo deve essere abbattuta. Piuttosto tutti i Paesi membri devono fare tesoro della lezione franco-olandese e «ripensare lEuropa», procedendo con decisione ai necessari correttivi. Silvio Berlusconi, a margine delle celebrazioni per il 2 giugno, interviene sulla grande fuga dalla Costituzione europea, orchestrata dai singoli stati a colpi di referendum. Parole ponderate che inquadrano il problema senza indulgere al catastrofismo.
«LItalia la sua decisione lha già assunta» dice il premier, rispondendo a una domanda sullipotesi di un referendum confermativo sulla Costituzione europea anche nel nostro paese. «Abbiamo una Costituzione - ricorda Berlusconi - e abbiamo rispettato i dettami che presiedono lordinato sviluppo delle nostre decisioni. Prendiamo atto dellesito del referendum olandese» aggiunge il premier. «Di certo il Consiglio europeo di metà giugno dovrà approfondire la situazione e prendere delle decisioni. Europa vuol dire sicurezza e pace e questi sono i valori che lUe ci garantisce da oltre mezzo secolo». Valori, prosegue il presidente del Consiglio, in cui «dobbiamo credere». «Si può naturalmente discutere sulle troppe leggi, sui troppi regolamenti e la troppa burocrazia. E credo che tutto sommato sia salutare anche aprire una discussione». Anche perché «cè uneconomia europea da rilanciare e non è un caso che in tutto il mondo si registri uno sviluppo rilevante, mentre lEuropa è in stagnazione».
«Che ci sia uneconomia che soffre per un euro troppo alto, per le troppe regole, per la concorrenza asiatica cui non abbiamo fatto fronte, questo è indiscutibile» aggiunge il presidente del Consiglio, «quindi serve un ripensamento su tante cose». Un «ripensamento» che i leader europei «si apprestano a fare», come dimostra il fatto che «sono intercorse tante telefonate tra i vari colleghi di governo». «A livello europeo abbiamo pensato di portare osservazioni che possano aprire una discussione e magari anche un ripensamento di certi aspetti dellorganizzazione dellUe al Consiglio europeo di giugno».
Se Berlusconi non si iscrive al partito dei picconatori dellUnione Europea, pur facendo suonare più di un campanello dallarme, Gianfranco Fini si schiera con decisione a favore della continuazione del cammino di integrazione. «Il voto olandese, ancora più di quello francese, riflette paura crescente. Di fronte alle grandi sfide moderne: immigrazione, crisi economica, ingiustizia sociale la gente si spaventa. Ma il paradosso - spiega - è che alla società globalizzata si risponde solo facendo fronte comune. Perciò continuiamo a pensare che il processo di integrazione europea non possa e non debba interrompersi».
La tesi di Berlusconi, così come quella del leader di An, non suscita certo brividi di piacere tra i dirigenti del Carroccio. «Berlusconi dicendo che lItalia ha deciso sulla Costituzione europea ha perso un altro treno» ribatte il ministro delle Riforme, Roberto Calderoli. «Berlusconi avrebbe avuto la possibilità di mettersi dalla parte del popolo. Capisco che sia difficile scegliere tra il potere e il popolo, ma è una scelta che la Lega ha fatto fin dalla sua origine. Bossi tempo addietro disse che Berlusconi aveva lopportunità di essere il nuovo Carlo Magno. Oggi ho paura che il premier abbia davanti una duplice scelta: diventare Carlo Magno o fare il Badoglio». Tuttaltro che tenero ma meno estremo del collega Roberto Maroni. «Se dopo le bocciature si andasse avanti con le ratifiche si rischierebbe probabilmente una rivolta popolare contro questa Ue». «I cittadini non hanno espresso un no contro la costituzione europea ma un no allinadeguatezza di questEuropa a difendere il potere dacquisto dei cittadini e a difendere le imprese dalla concorrenza sleale cinese».
Le voci dei vari partiti sul referendum olandese si alzano in sequenza. Maurizio Gasparri se la prende con i «bacchettatori dellItalia» che stanno a Bruxelles e aggiunge: «UnEuropa costruita contro i popoli e contro la realtà non va da nessuna parte». Giuliano Amato fa notare che «senza Olanda e Francia non cè Trattato» mentre Giulio Tremonti emette un secco verdetto: «La Costituzione europea è finita». Piero Fassino ribadisce la sua fiducia nellUe perché «lintegrazione europea non si può archiviare». Romano Prodi, infine, chiede allItalia di confermare la propria scelta per lEuropa.
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