RomaChe quelle ragazze alle sue cene fossero escort, Silvio Berlusconi non lo sapeva. Gianpaolo Tarantini ripete la sua verità a Bruno Vespa, che lo riferisce nellultimo libro Donne di cuori. «Alla luce di quanto è successo - afferma limprenditore pugliese -, sono sempre più convinto che si sia trattato di un complotto».
Si parla degli ormai famosi incontri del premier a Villa Grazioli e Tarantini, intervistato dal conduttore di Porta a Porta poco prima dellarresto il 18 settembre, si assume ogni responsabilità su quanto accaduto in seguito, ribadendo lestraneità del Cavaliere. Smentisce così la versione della protagonista dello scandalo a luci rosse, quella Patrizia DAddario che ad ottobre ha detto in tv, ad Annozero: «Il premier sapeva che ero una escort. E non lunica, ce nerano altre. Sembrava un harem». «La DAddario mente - accusa , invece, Tarantini -. Il presidente era alloscuro di tutto. Non immaginava neppure lontanamente che io potessi retribuire le ragazze».
È proprio un mea culpa, quello dellimprenditore. «Purtroppo ho sbagliato. Mai avrei pensato che una persona come la DAddario potesse arrivare a tanto. Purtroppo non la conoscevo. Mi sono fidato di un amico». Era il suo socio Max Verdoscia, racconta Tarantini, che gliela presentò solo il giorno precedente alla prima cena a Palazzo Grazioli cui la bionda escort partecipò. Lei era lunica che non conosceva personalmente, spiega, tra le donne che portò da Berlusconi.
Secondo Vespa, per reclutare le sue amiche Tarantini si appoggiava a tre agenzie di Roma, Bari e Parigi e la sola persona fuori da questo giro era proprio la DAddario. Il giornalista riporta anche la dichiarazione di Berlusconi: «Sulla DAddario debbo ribadire che cera una cena con molte persone organizzata dalle militanti del club Forza Silvio! e Meno male che Silvio cè. Allultimo momento ci si infilò anche Tarantini con due sue ospiti».
Limprenditore parla anche di unaltra cena, quella elettorale organizzata a Bari il 28 marzo 2008, con il dirigente del Pd Massimo DAlema e il sindaco, lex magistrato Michele Emiliano. Anche qui contraddice la versione sostenuta da questultimo ad Annozero. «La cena lho offerta io - dice Tarantini - e tutti nel partito ne erano a conoscenza, compreso il sindaco Emiliano, che ha partecipato a tutta la cena ed è andato via solo alla fine. DAlema sapeva perfettamente chi ero io, anche perché uno dei miei amici più cari, Roberto De Santis, è uno dei suoi più stretti collaboratori. Quella sera abbiamo scambiato con DAlema solo poche parole». Lo stesso Vespa riporta nel libro la doppia smentita di DAlema e di Emiliano. Il primo: «Non conosco Gianpaolo Tarantini e non ho mai avuto occasione di incontrarlo. Quella sera arrivai tardi, feci un breve saluto e me ne andai. Non avevo idea di chi aveva organizzato, promosso e pagato».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.