RomaNe ha parlato per la prima volta nel 2000, davanti a un gruppo di ragazzi ex tossicodipendenti ospitati nella comunità di Don Gigi Vian. Poi, di tanto in tanto, Berlusconi è tornato sull’argomento, magari anche un po’ per esorcizzarlo visto che un cancro alla prostata non è cosa di tutti i giorni. L’operazione risale al 1997, tre anni prima della sua «confessione» pubblica perché - spiegò più tardi - un leader politico «ha avversari che sono pronti ad approfittare di tutto» ed «era importante che nessuno potesse cogliere questa mia debolezza». Passati 13 anni, però, sembra il Cavaliere abbia superato l’incidente, tanto da dire di non aver mai temuto davvero per la sua vita. «Ho sempre avuto una grande fiducia in me stesso. E poi - racconta nell’ultimo libro di Bruno Vespa - sa cosa le dico? Non sono nemmeno sicuro che quella operazione fosse necessaria. Sulla base dell’esperienza mi permetto di suggerire a tutti di farsi visitare da tre specialisti diversi prima di rassegnarsi a un intervento chirurgico».
Ma le confessioni del Cavaliere non si limitano al tumore e affrontano anche il capitolo Veronica, chiuso tra le carte degli avvocati dopo diciannove anni di matrimonio e trenta di vita insieme. Proprio ieri pomeriggio, il premier ha passato diverse ore ad Arcore in compagnia di Niccolò Ghedini e sua sorella Ippolita a discutere gli ultimi dettagli della separazione. Un divorzio che «mi rattrista», dice. Berlusconi parla anche dell’aspetto economico e ha parole di elogio per l’ex moglie: Veronica «è una donna che sa risparmiare e tutto il suo patrimonio» (100 milioni di euro) «sarà destinato ai nostri figli». Berlusconi svela anche alcuni dettagli dell’accordo, raggiunto dopo due lunghissime udienze di conciliazione davanti al giudice Livia Pomodoro. Un’intesa che prevede per l’ex moglie un appannaggio annuo di 300mila euro al mese, praticamente il 90% in meno rispetto a quanto aveva inizialmente chiesto l’avvocato della Lario (43 milioni l’anno). In più, a Veronica resterà la villa di Macherio, alla cui costosissima manutenzione (venti persone, comprese quelle addette alla sicurezza) provvederà il Cavaliere.
Con Vespa il premier parla anche del conflitto d’interessi. Fedele Confalonieri dice che c’è, ma - spiega Berlusconi - lo fa «in modo provocatorio» perché «per la verità in molte occasioni il mio gruppo ha subito e subisce il conflitto di interessi all’incontrario». «Premesso che in Italia ho creato io la televisione commerciale e che la legge Mammì è del 1990, vuole spiegarmi - chiede il premier - che cosa avrei fatto io da presidente del Consiglio per favorire il mio gruppo?».
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