Politica

Berlusconi: premier ma non di una grande coalizione

Bonaiuti: «Su “Libero” solo panzane». E il direttore Sallusti querela

Adalberto Signore

da Roma

Milano, domenica sera. Daniela Santanché fa gli onori di casa, Emilio Fede presenta a un folto gruppo di amici il suo ultimo libro (Fuori onda) e Silvio Berlusconi, arrivato a sorpresa da Roma, si diverte a intrattenere gli ospiti fino a dopo le due di notte («è la prima sera di relax che mi prendo da non so quanto... »). Tra loro ci sono politici (da Roberto Formigoni a Ignazio La Russa), vip (da Simona Ventura a Santo Versace) e pure una decina di giornalisti. Il Cavaliere lo sa, ma oltre ai saluti e alle consuete barzellette, salito in mansarda si dilunga anche sulla politica. «Il governo - dice - non cadrà, non ora e neppure domani. La questione è semplice, manca il killer». Su questo, spiega, nel centrosinistra «non c’è il minimo accordo». Insomma, né D’Alema, né Rutelli, né Dini, né Amato hanno davvero la possibilità di mandare a casa Prodi. E anche sull’opposizione Berlusconi è perplesso. Tanto da mandare un messaggio chiarissimo ai suoi parlamentari: «Anche i miei senatori non hanno nessuna voglia di tornare a casa adesso, lo hanno già dimostrato nelle ultime votazioni». Poi battute e pure qualche barzelletta. E uno sguardo al futuro: «In qualunque caso non sarò io a tornare a Palazzo Chigi». E ancora: «Ho già dato, l’uomo giusto c’è già ma per favore niente nomi». Anche sul Quirinale non sembra avere dubbi: «Per carità, con la politica operativa ho chiuso. Per il capo dello Stato il nome lo faccio: Gianni Letta». Poi una battuta sulle sue letture: «In questo momento preferisco Repubblica al Corriere della Sera».
Qualcuno dei giornalisti presenti si prende la briga di chiedere al Cavaliere se la conversazione sia ufficiosa o no. «Ragazzi - risponde Berlusconi - io vi conosco bene, lo so che scrivete sempre tutto... ». Alla fine, invece, saranno solo due quotidiani a dar conto della serata: Libero (che gli dedica tutta la prima pagina con un pezzo firmato dal direttore Alessandro Sallusti) e Repubblica (che decide però di relegare l’evento sulla cronaca di Milano). E scoppia il caso. Le agenzie di stampa rilanciano le parole dell’ex premier, subito stoppate da una prima smentita di Paolo Bonaiuti. «Berlusconi non ha rilasciato alcuna intervista ad alcun giornalista», dice il portavoce del Cavaliere non entrando però nel merito dell’articolo di Libero. Cosa che fa qualche ora dopo lo stesso Berlusconi. «Non ho nessuna intenzione - dice - di venire meno alle responsabilità che mi hanno affidato gli elettori». Insomma, «nessun progetto di abbandono». Il Cavaliere, poi, chiarisce che si è limitato a dare la sua disponibilità ad un governo di larghe intese, senza porre condizioni personali. «Ho soltanto ribadito - spiega - ciò che avevo affermato più volte pubblicamente: non c’è nessuna mia pretesa di far parte di un eventuale governo di grande coalizione, tanto meno come premier». Più che una smentita, dunque, una precisazione. Con strascico polemico e forse giudiziario. Libero, infatti, conferma tutto e annuncia per oggi una seconda puntata. Bonaiuti, però, rincara la dose e parla di «semplici panzane». E Libero annuncia querela.
Intanto, la girandola di commenti e reazioni è già in moto. Tutte prudenti, visto che chi lo conosce un po’ sa bene che Berlusconi può sì aver deciso una «sterzata tattica» ma di certo non ha alcuna intenzione di lasciare la scena politica. «Visto che c’è chi dice che è l’astio verso di me a tenere in piedi Prodi - confidava ieri - vediamo se dicendo che faccio un passo indietro il killer esce allo scoperto... ». E ancora in serata, durante una lunga telefonata con il presidente del Ppe Wilfred Martens ribadiva di essere «in piena attività».
Così, il presidente della Camera Bertinotti si limita a parlare di «scelte che appartengono solo a lui». Mentre secondo il capogruppo di An La Russa non bisogna dare «eccessivo peso a una frase detta in un salotto... ». Taglia corto anche Fini, convinto che non esista alcun problema di successione. E insieme ad An fa quadrato la Lega. «Ho parlato con Berlusconi - spiega Calderoli - e non mi ha dato l’impressione di essere sul punto di lasciare. Anzi, si considera sempre di più l’anti-Prodi». Una lettura un po’ maliziosa la dà Alessandra Mussolini, che dietro Libero vede una regía occulta: «Forse la spallata qualcuno nel centrodestra la vorrebbe assestare a Berlusconi».
La Santanché, intanto, se la gode.

Nella querelle non vuole entrare («non sono abituata a origliare le conversazioni dei miei ospiti»), ma non nasconde la soddisfazione: «Saranno 15 anni che Silvio non partecipa a una festa in un’abitazione privata».

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