Roma - "Rivolgo un appello al Capo dello Stato perché intervenga immediatamente a difesa della credibilità delle istituzioni democratiche e del diritto degli italiani a un regolare svolgimento delle elezioni". In una nota il leader del Pdl, Silvio Berlusconi denuncia che "le schede elettorali non offrono garanzia alcuna che sia rispettata la volontà degli elettori e inducono più facilmente all’errore".
L'appello a Napolitano Il candidato premier del Pdl osserva che le forze politiche che si presentano alleate rischiano di vedere i loro voti "resi nulli da una disposizione dei simboli confusa e che confonde". Insomma, l’esatto opposto di come dovrebbe essere una scheda elettorale. "Con la conseguenza di esporre le prossime elezioni al rischio di innumerevoli contestazioni nelle oltre sessantamila sezioni elettorali - spiega il Cavaliere - nonostante le numerose sollecitazioni che da ieri sono state rivolte al governo, nulla ancora è stato fatto".
L'attacco all'Udc di Casini "Io voglio dirvi semplicemente una cosa: siete a casa vostra". Con queste parole Silvio Berlusconi ha salutato l’ingresso nel Popolo delle Libertà degli aderenti all’associazione per il Partito Popolare Europeo, associazione riunitasi oggi a Genova alla presenza dell’europarlamentare Ppe Vito Bonsignore. Il leader del Pdl in collegamento telefonico è intervenuto nel corso dei lavori della nuova realtà politica nata dopo l’abbandono di numerosi membri dell’Udc dal partito di Casini dopo la scelta di quest’ultimo di non correre con la coalizione di centro destra. E proprio a quest’ultimo va il primo affondo di Berlusconi: "Voi siete rimasti dove eravate già, cioè nella Casa delle Libertà che adesso deve diventare il Popolo delle Libertà. È Casini che voleva andarsene - ha commentato l’ex premier tra gli applausi della sala - e dovete convincere gli italiani che non si riconoscono nella sinistra che un voto dato all’Udc che si è messa in proprio è un voto perso, che rischia di non eleggere nemmeno propri rappresentanti alla Camera e che è sicuro di non eleggerne nessuno al Senato".
Detassare premi, incentivi e straordinari "Detasseremo tutti i premi di produttività, le incentivazioni e gli straordinari. Il che porterà ad un cambiamento dei rapporti tra le aziende e i loro dipendenti".
Secondo il leader del Popolo delle libertà, aziende e dipendenti "si metteranno d’accordo di dimenticare il contratto nazionale, di bloccare lo stipendio per quello che è adesso e di procedere ai futuri aumenti con premi di produttività, in modo tale che questi entrino al 100% nelle tasche delle famiglie italiane che hanno bisogno di sostegno a causa della diminuzione del loro potere d’acquisto e nel contempo siano un incentivo alla produttività delle aziende e una crescita della nostra economia".