Bersani obbliga Penati a perdere con Formigoni

Costretto dal neosegretario del Partito democratico a una sconfitta annunciata. Il candidato del centrosinistra al posto di governatore di Lombardia sarà Filippo Penati. E, se come sembra ormai certo, dall’altra parte correrà Roberto Formigoni, la sfida alle regionali di marzo è già pronta. E, ad ascoltare un sondaggista di peso come Renato Mannheimer, già decisa. Con Formigoni, un politico da Guinness quando si tratta di contar le preferenze, dato vincente sicuro contro chi, come Penati, solo pochi mesi fa ha perso la sfida alla Provincia. Battuto da Guido Podestà che oggi siede al suo posto a Palazzo Isimbardi. La dimostrazione che il centrosinistra in Lombardia è incapace di far crescere una classe dirigente credibile. E che perciò, dopo la rinuncia del segretario regionale Maurizio Martina, è costretto ad affidarsi a un cavallo di ritorno. Evitando al Pd, così come sembrava, di doversi affidare a un ex democristiano come Bruno Tabacci. A fare il guastafeste è ancora una volta Tonino Di Pietro. «La mia candidatura è ancora sul tavolo», ha tuonato ieri. Immediatamente smentito dal segretario regionale dell’Idv, Sergio Piffari: «Se il candidato è Penati, siamo contenti». A testimonianza di un partito ormai allo sbando.


Ma l’operazione-Penati è già pronta: un invito a candidarsi del segretario Martina già venerdì alla direzione regionale del Pd. E poi l’investitura ufficiale con Bersani gran cerimoniere il 14 dicembre, quando a Milano si riuniranno un migliaio di amministratori del centrosinistra.

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