Milano - Il Pd non è riuscito a scongiurare un caso Vendola sotto la Madonnina. Il candidato di Sinistra e libertà Giuliano Pisapia ha sbaragliato con il 45,3 per cento e cinque punti di distacco l’archistar Stefano Boeri, su cui il partito di Bersani ha messo la faccia. E il fantasma con cui il Pd ha dovuto combattere per settimane, quando i sondaggi davano sempre Pisapia davanti, si è materializzato bruscamente ieri sera quando a seggi chiusi sono comparsi i primi exit poll che lo davano vincente con una forbice addirittura tra il 43 e il 47% dei voti, Boeri dietro di dieci punti. Dati ridimensionati ma non invertiti dallo scrutinio reale, che alle 23.30 con le 67.499 schede aperte ha visto Pisapia vittorioso al 45,3, Boeri fermo al 40,1, l’ex presidente della Consulta Valerio Onida al 13,4 e l’outsider Michele Sacerdoti all’1,7%.
Sarà l’ex parlamentare del Prc a sfidare Letizia Moratti alle comunali del 2011. E per il Pd si apre la resa dei conti interna: il processo per quella fetta della dirigenza che ha voluto schierarsi subito per Boeri è già partito. L’architetto che la Moratti aveva arruolato per disegnare il masterplan di Expo 2015, un candidato più avvezzo ai salotti buoni che ai circoli dei pensionati dove la sinistra pesca (o pescava?) i voti. «Cambiamo città. Restiamo a Milano» diceva il suo slogan. Ma la sinistra critica - anche verso i conflitti di interessi - si è messa in coda sotto la pioggia per sgomberarlo dal campo ed eleggere Pisapia, anche in quartieri roccaforte del Pd. «Mi sono messo a sua disposizione, grazie al Pd per il sostegno sono sicuro che questa esperienza non finisca qui» abbozza Boeri. Pisapia festeggia, «abbiamo fatto un miracolo adesso ce ne aspetta uno più grande: battere la Moratti». Il segretario provinciale della Lega Igor Iezzi la bolla come «la catastrofe Pd, il candidato dell’estrema sinistra umilia quello ufficiale di Bersani e gli elettori non eguagliano neanche quelli di 5 anni fa».
Il centrosinistra in effetti aveva allestito 128 seggi e chiamato al voto tutti i residenti, anche i minorenni con più di sedici anni e gli immigrati purché muniti del permesso di soggiorno. E nonostante la pioggia in alcuni momenti della giornata gli elettori hanno fatto la fila. Ma alla fine l’agognato traguardo dei centomila si ferma a quota 67mila, ventimila in meno del 2006. Con candidati come Pisapia e Boeri, che hanno pubblicato dichiarazioni dei redditi a più zeri (e ben lontane dalla classe operaia), non sarà un caso che ai seggi abbia sfilato la borghesia milanese. Nel centralissimo corso Garibaldi hanno votato l’ex numero uno di Unicredit Alessandro Profumo, sua moglie Sabina Ratti e l’architetto Gae Aulenti. A pochi passi da piazza Duomo è arrivato invece il patron dell’Inter Massimo Moratti. L’architetto Vittorio Gregotti si è presentato al gazebo di piazzale Cadorna, dove nel pomeriggio si è visto anche l’ex presidente della Consob Guido Rossi. In via De Amicis hanno depositato la scheda l’editore Alessandro Dalai, la giornalista Alessandra Beria d’Argentine e la ginecologa Alessandra Kustermann. Il premio Nobel Dario Fo e la moglie Franca Rame hanno votato in via Orti.
«Compagni», ma non amici. Dopo una campagna velenosa e le continue accuse di Onida alle primarie falsate dal Pd, i quattro candidati hanno messo in campo un totale di settecento sentinelle del voto, per sorvegliare che non ci fossero brogli ai seggi. Chissà. Neanche a seggi aperti si sono placati i litigi, l’ultimo sul mancato rispetto del silenzio elettorale su Facebook dove ogni candidato aveva una pagina e ieri mattina sono apparsi gli ultimi appelli al voto, in quella di Boeri le sue foto fuori dal seggio.
La cosa non è sfuggita al consigliere comunale del Pd Davide Corritore, sostenitore di Pisapia, che ha denunciato il fatto al comitato organizzatore. Se la Moratti rinvia a oggi i commenti, il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni liquida le primarie del centrosinistra con una battuta: «È il loro metodo per trovare il candidato che sarà sconfitto».
Ma il segretario Prc Paolo Ferrero sogna già in grande: e ripropone a Sel di fare «una lista unitaria della sinistra a Milano» e «di costruire a livello nazionale un programma per il Paese con cui confrontarsi con il centrosinistra».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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