Politica

Bertolaso, i pm sulle tracce di una donna misteriosa

Il giallo: una donna è stata vista nella casa di via Giulia a< Roma. L'enigma di una proprietà a Positano

Indagini e gossip. Gossip e indagini. Nel mirino sempre lui, Guido Bertolaso. Non bastava l’imbarazzo per la casa in via Giulia «citata» nella lista Anemone, abitata per un periodo dal capo della protezione civile, e tenuta all’oscuro di tutti, anche dei magistrati che lo hanno preso a verbale. Non bastavano nemmeno le devastanti dichiarazioni dell’architetto Angelo Zampolini a proposito dell’affitto di via Giulia che il professionista pagava per conto di Anemone, dichiarazioni confermate dal padrone di casa lesto ad ammettere d’aver ricevuto il denaro del pied-a-terre abitato da Bertolaso direttamente dalle mani di Zampolini.
Adesso l’attenzione degli inquirenti è rivolta a dare un volto, un’identità, alla misteriosa «signora di via Giulia», così ribattezzata all’indomani dell’interrogatorio del padrone di casa Raffaele Curi, che ha raccontato di averla incontrata all’atto della riconsegna dell’appartamento che la donna avrebbe visitato ripetutamente per togliere effetti personali. Il perché di tanto interesse non è dato sapere. Sia come sia, questo della «signora di via Giulia» è l’ennesimo capitolo fra indagini e gossip dell’inchiesta umbro-fiorentina. Capitolo arricchito continuamente da indiscrezioni spacciate per vere anche se ancora tutte da verificare.
È il caso, ad esempio, delle proprietà vere e di quelle presunte nella disponibilità di Bertolaso, fra ristrutturazioni da fare e ristrutturazioni a carico di Anemone. E così ecco che si spazia dalla Costa Azzurra alla Costiera Amalfitana. A vele spiegate segue il vento giustizialista la flotta giudiziaria a caccia di proprietà segrete del capo della protezione civile. Solca i mari francesi, dove errate soffiate hanno depistato i pubblici ministeri umbri sull’alloggio extra-lusso messo a disposizione dall’ingombrante amico Diego Anemone. E approda sulle sponde tirreniche, dove le chiacchiere per certi lavori di ristrutturazione di un «rudere» in una tenuta ereditata in famiglia a Positano stanno seminando il panico fra i paesani e la chiacchiera incontrollata nei turisti.
Eppure qui, a differenza della villa fantasma a Montecarlo, una traccia che porta a Bertolaso effettivamente spunta. Anche perché in questa perla della costa d’Amalfi i genitori di Bertolaso – soprattutto il papà Giorgio, deceduto di recente, eccezionale pilota d’aviazione – erano di casa. A loro, in quanto parte di un grosso lascito, era ad esempio riferibile l’area su cui è sorto l’albergo «il Gabbiano». A loro, e più precisamente ai parenti della madre di San Guido, sarebbe da ricondurre una vasta area di macchia mediterranea, fra il Belvedere, Fornillo, lo spicchio della Garritta e quel che la toponomastica locale indica come Capodacqua e Monte Pertuso. Macchia boschiva dove insisterebbe questo «rudere» che stando a pettegolezzi da prendere col beneficio d’inventario sarebbe stato rimesso a nuovo in circostanze rocambolesche.
Le voci, ovviamente, dicono tutto e il contrario di tutto. Vigili e forze dell’ordine tengono la bocca cucita. Il neo sindaco Michele De Lucia nega persino di sapere che Bertolaso frequenti la città. Nelle boutique che scendono fino al mare se ne sentono d’ogni colore. E solo al famosissimo ristorante «le Tre Sorelle» qualcuno prende coraggio e sbotta. È il proprietario del locale, «un grande amico di Guido», così si definisce Michele Pisacane. «Allora: Bertolaso è proprietario di un rudere e di 4mila metri di bosco. Lo ha ereditato per un lascito, credo, da parte di madre, per il nonno materno, che aveva una proprietà enorme che poi ha venduto, adesso c’è un albergo. Questo di cui parliamo è un altro pezzo sempre di quella proprietà». Lavori in corso? Ristrutturazioni? «Che io sappia lassù c’è tanta boscaglia e tante vipere. E poi c’è questo rudere, i lavori non lo so, non credo, boh». Nessuna pratica in corso per sanare il rudere? Non sa niente davvero? «Non lo so, non lo so». Non la pensa così un politico locale, che sotto anonimato ci invita a scomodare il prefetto Corrado Catenacci, già commissario all’emergenza rifiuti, oggi assessore esterno a Positano, amico del ristoratore e di Bertolaso. «Lui sa». Lo rintracciamo all’aeroporto. Ma sa poco, così almeno dice. «Guido è un mio carissimo amico – attacca Catenacci - Spero che per lui tutto si chiarisca perché è una persona perbene. Quanto ai lavori su questo rudere mi risulta che ha fatto qualcosa, credo una scala, una cosa così, robetta. Di più davvero non so». Dalla donna di via Giulia al rudere di Positano.

La caccia continua.
GMC

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