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Bianchini, maniaco seriale condannato a 17 anni

RomaNon ha battuto ciglio quando il giudice ha pronunciato in aula la sentenza che lo condanna a 17 anni di carcere per tre stupri avvenuti a Roma tra l’aprile e il luglio del 2009. Una delle vittime, invece, è scoppiata a piangere ed è corsa ad abbracciare il pm Antonella Nespola, ringraziandola per quanto fatto durante il processo. Una decisione, quella dei giudici della VII sezione penale del Tribunale di Roma, che va oltre le richieste dell’accusa (15 anni). Nessuna attenuante generica per Luca Bianchini, l’ex segretario di un circolo del Pd della capitale arrestato lo scorso 10 luglio. Durante il dibattimento si è sempre dichiarato innocente. Ad inchiodarlo l’esame del dna (suo quello trovato sugli indumenti delle vittime) e la testimonianza chiave di una donna che fornì la targa di un’autovettura guidata da un uomo che quattro anni prima l’aveva seguita. Una macchina che poi risultò intestata alla madre dell’imputato. In aula, inoltre, le vittime hanno riconosciuto la sua voce e alcuni particolari del suo fisico, visto che durante le aggressioni lo stupratore indossava un passamontagna nero. Sempre lo stesso il modus operandi del violentatore: aggrediva le donne nei box condominiali appena scendevano dall’auto e le immobilizzava con delle fascette da elettricista. Contro Bianchini anche un precedente specifico: nel 1997 venne coinvolto in un procedimento per il tentato stupro di una vicina di casa, ma venne riconosciuto incapace di intendere e volere al momento del fatto. In questo caso, invece, i giudici non hanno accolto la richiesta dei legali di effettuare una perizia psichiatrica. I difensori di Bianchini hanno già annunciato che impugneranno la sentenza.

E sempre ieri la corte d’Appello di Roma ha ribadito la sentenza a 16 anni di reclusione per Mirel Huma, Cristian Coada e i fratelli Ciprian e Lucian Trinca, i quattro romeni che a Guidonia nella notte tra il 21 e il 22 gennaio del 2008 aggredirono una coppia di fidanzati per poi abusare sessualmente a turno della ragazza.

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