È la «Biasotti di Cornigliano». Cristina Pozzi, 46 anni, sposata, un lavoro in Regione come funzionario responsabile del diritto allo Studio e quattro lustri di battaglie per il risanamento della delegazione. È in corsa per il consiglio comunale con la lista di Sandro Biasotti (ma va?).
Signora Pozzi, a Cornigliano lei è quasi un'istituzione.
«Non esageriamo anche se dopo vent'anni di iniziative e marce contro i fumi delle acciaierie molta gente mi conosce e mi apprezza. La spinta a candidarmi è venuta proprio da loro».
Ci rinfreschi un po' la memoria.
«Le denunce alla magistratura, tra cui l'esposto firmato da 1.050 cittadini che ha innescato il processo penale contro il gruppo Riva per inquinamento; il vittorioso ricorso al T.a.r contro il forno elettrico più grande d'Europa. Tutti i presidi presso i consigli comunali, provinciali e regionali».
Sette anni fa nelle sue battaglie ha trovato un prezioso alleato.
«Sandro Biasotti nei suoi cinque anni di governo alla guida della Regione ha recepito da subito le istanze della gente di Cornigliano. E il pre - accordo che aveva siglato con Riva nel 2004 a noi andava benissimo».
Invece è arrivato Burlando
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«E le aree a caldo sono rimaste in concessione a Riva per 60 anni. Non è proprio quello che volevamo».
Cristina Pozzi, consigliere comunale, come cambia Cornigliano?
«Tutta l'area di produzione a caldo deve tornare alla città. Penso a nuove ditte e nuove attività produttive che diano lavoro senza inquinare. Ma bisogna liberare la delegazione dalla siderurgia».
Nel suo manifesto ha scritto che una donna, anche se inizialmente sola, forte dei suoi ideali può ottenere appoggio nelle proprie battaglie anche da figure politiche e istituzionali.
«No perché abbiamo visioni della città completamente diverse, direi che siamo agli antipodi. Lei era una delle più fervide sostenitrici del forno elettrico e rappresenta quella parte politica che impedisce a Genova di voltare pagina».
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