Politica

La Bielorussia: «Italia, Paese senza legge»

Monica Bottino

da Genova

L’Italia? Paese incapace di far rispettare le leggi. Parola di Sergei Martynov, ministro degli Esteri bielorusso che - ormai fuori dai gangheri per la vicenda di Maria, la piccola trattenuta da una famiglia di Cogoleto - ha scritto al nostro ambasciatore a Minsk, Domenico Ardizzone, che «ci sono ben fondati dubbi sulla capacità da parte dell’Italia di far rispettare la legge e l’ordine nel Paese e di far fronte ad azioni illegali di cittadini italiani che apertamente impediscono che venga eseguito il dispositivo di un loro tribunale». Si complica di ora in ora la vicenda della piccola bielorussa e le pressioni del governo di Minsk sull’Italia - ieri l’ambasciatore Alexey Skripko ha fatto il giro dei vari ministeri insieme al suo avvocato Diego Pellegrini - si sommano ai ricatti psicologici che sta subendo la famiglia. La mediazione promessa dal sottosegretario alla Giustizia Daniela Melchiorre è penosamente naufragata ieri con l’annuncio di una querela che la Melchiorre stessa inoltrerà contro i coniugi Giusto per una loro frase, pubblicata su un quotidiano, con cui si diceva sì a una mediazione della Chiesa che non è «come lo Stato italiano, che a mediare ha mandato una con la minigonna che fa gli interessi della Bielorussia». Ora la trattativa potrebbe essere presa in mano dal sottosegretario agli Esteri Famiano Crucianelli, dei Ds. «È assolutamente chiaro che la nostra preoccupazione è la condizione di questa bambina e il suo futuro - ha detto Crucianelli -. Noi ci siamo sempre mossi e ci muoviamo in questa ottica». Stamattina Crucianelli, che ha delega all’Europa e segue i dossier dei Paesi dell’area balcanica e del centro-est europeo, vedrà l’ambasciatore bielorusso.
Sul fronte legale la giornata di ieri ha fatto però fare un passo avanti alla famiglia: è stata fissata a tempo di record, al 28 di ottobre, dalla Corte di appello di Genova, l’udienza per discutere il reclamo presentato contro la decisione del tribunale dei minori di Genova che rimanda la bambina a Minsk. Gli avvocati Alberto Figone e Camilla Dolcini puntano sulla discordanza della decisione del tribunale rispetto alle perizie mediche che reputavano necessaria la permanenza della bimba in Italia.
E mentre il procuratore capo di Genova, Francesco Lalla, annuncia un ulteriore giro di vite nella ricerca di Maria, con l’estensione delle ricerche anche nel sud Italia (mentre gli stessi coniugi non hanno escluso che la piccola possa trovarsi all’estero), l’avvocato Giovanni Ricco, penalista di Giusto e Bornacin, spiega che i due hanno agito per legittima difesa. «Una fattispecie - spiega l’avvocato - che si configura quando qualcuno commette un reato per evitare un grave danno a sé o ad altri. Nel nostro caso, i due coniugi hanno nascosto la bimba per evitarle il grave trauma che avrebbe subito se fosse rientrata in Bielorussia o se fosse stata allontanata da loro con la forza». La prova del danno, secondo l’avvocato, sono le relazioni di medici di strutture pubbliche, secondo cui «la piccola avrebbe subito un danno permanente se fosse stata forzata con violenza nella sua volontà e nelle sue aspettative». «Per questi motivi sono certo che i miei assistiti verranno prosciolti - conclude il legale - in quanto non sussiste il reato di sottrazione di minore».
Intanto si moltiplicano le dichiarazioni in favore del gesto dei Giusto che per garantire la salvezza delle bambina rischiano sulla propria pelle. «Subito l’adozione» è quanto chiede Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva e direttore dell’Istituto di ortofonologia di Roma. «Maria non può e non deve riprovare il senso di abbandono che già l’ha ferita, può tornare in Bielorussia per un periodo sapendo di tornare in Italia e avendo un contatto con una persona della famiglia che è per lei una garanzia, questo però per i tempi dell’adozione definitiva da parte dei coniugi Giusto». Altra voce a sostegno quella di Luciano Paolucci, padre di una delle vittime di Luigi Chiatti, il «mostro» di Foligno, e da anni impegnato nella tutela dell’infanzia. Paolucci si dice sorpreso del fatto che nessuna associazione si sia schierata con i due. «Quei giovani - sostiene - stanno proteggendo la bambina ma sono stati abbandonati a loro stessi.

Come si fa a rimandarla in un posto dove avrebbe subito violenze? Se dovessero arrestare quella coppia per sequestro di persona ammanettino anche me, perché io sto con loro».

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