Un movimento giovanile intitolato a Felix Dzerzhinski, il fondatore della famigerata polizia segreta bolscevica Ceka e della prima stagione del terrore rosso: è apparso nella Bielorussia di Aleksandr Lukashenko, il presidente che sta cercando di uscire da un lungo isolamento in Occidente riallacciando sempre più stretti rapporti con Bruxelles.
La notizia sui giovani pionieri votati a Dzerzhinski è riportata da alcuni organi di stampa russi, tra cui il «Kommersant», che parla anche dell'apertura di un campo militar-patriottico vicino a Minsk, dove minorenni si addestrano con le forze speciali e imparano a sparare.
«Il nostro obiettivo è l'educazione della gioventù bielorussa nello spirito del patriottismo», ha spiegato nel tipico linguaggio di memoria sovietica al giornale Ievgheni Pavloski, uno dei promotori del movimento «Iuni Dhzerzhez» (giovani di Dzerzhinski), che ha svelato anche un progetto per riunire in un unico movimento le tante associazioni giovanili esistenti, a partire dall'Unione repubblicana della gioventù bielorussa, «erede del Komsomol» (l'organizzazione giovanile del aprtito comunista sovietico) e apertamente filogovernativa.
Pavloski ha anche annunciato l'intenzione di entrare in contatto con il movimento giovanile russo «Nashi» (i nostri), i novelli pionieri russi apertamente filoputiniani.
Il Kgb bielorusso (lì si chiama ancora così, senza nemmeno fingere di essere cambiato: in Russia invece ha preso il nome di Fsb) si è affrettato ad una smentita con l'agenzia Interfax, precisando che si tratta non di un movimento ma di un campo sperimentale estivo riservato ai figli dei dipendenti dei servizi segreti bielorussi, che verrà aperto a tutti i giovani in caso di successo. Nessuna smentita però sul fatto che l'iniziativa porta comunque il nome del sinistro Dzerzhinski.
Del resto il fondatore della Ceka nacque proprio in Bielorussia, in un villaggio a 30 km dalla capitale dove c'è anche la sua casa-museo. E se a Mosca, con il crollo dell'Urss, i cittadini abbatterono la sua grande statua nella piazza della Lubianka, che ancor oggi ospita la sede dei servizi segreti russi, solo tre anni fa a Minsk gli è stato dedicato un busto, ovviamente davanti al palazzo del Kgb.
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