Bimbi abbandonati: presi i genitori «Non avevamo soldi per farli mangiare»

AostaVagavano senza meta in una zona paludosa a dieci chilometri da Aosta, nella boscaglia tra Brissogne e Pollein, in una località chiamata Les Iles. Avevano due zaini in spalla e una sacca blu scuro. Quando hanno visto arrivare gli agenti hanno tentato senza troppa convinzione la fuga, poi si sono fermati e hanno chiesto notizie sui bambini. «Stanno bene, vero?». Dopo aver ricevuto le rassicurazioni che cercavano, hanno seguito i poliziotti in Questura. La decisione disperata di abbandonare i tre figli in una pizzeria è maturata «quando dopo alcuni giorni trascorsi ad Aosta, i soldi sono finiti e i bambini hanno incominciato a piangere perché avevano fame». Così la giovane tedesca Ina Caterina Remhof, 26 anni, ha tentato di giustificarsi, in lacrime, davanti agli uomini della squadra mobile della questura di Aosta.
Si è conclusa così, nel primo pomeriggio di ieri, la fuga dei due giovani fidanzati tedeschi, Caterina Remhof, 26 anni, e Sascha Schmidt, di 24, spariti nel nulla domenica sera durante una cena in pizzeria.
È stata la segnalazione di una donna a mettere gli inquirenti sulla pista giusta. «Li ho visti martedì pomeriggio - ha raccontato agli agenti Manuela Bionaz, dipendente regionale residente a Quart -, erano chiusi dentro un motocarro Ape Piaggio». «Ho cercato di parlare con loro - ha spiegato Manuela -, ho provato a chiedere se avevano bisogno di qualcosa, ma non siamo riusciti a capirci per via della lingua. Mi hanno fatto capire comunque che stavano bene. Il giorno dopo erano scomparsi, forse pensavano che li avessi riconosciuti». Ma all’inizio Manuela Bionaz non sapeva chi fossero. Ha capito che si trattava di Caterina e Sascha solo quando ha visto le loro foto in tv e sui giornali. Poi ha avvertito la polizia.
Le ricerche si sono concentrate nell’area compresa tra Saint-Christophe, Quart, Saint-Marcel e Brissogne. Un elicottero in volo ha perlustrato l’intera zona dall’alto, mentre gli agenti di polizia hanno passato al setaccio la boscaglia aiutati dal fiuto dei pastori tedeschi. Sono state così individuate tracce che confermavano il passaggio dei due fidanzati, tra queste numerosi mozziconi di sigarette e un giaciglio all’interno di un capanno. È stato allora che gli inquirenti hanno capito d’aver fatto centro: Caterina e Sascha non potevano essere lontani. Avevano ragione. I due fidanzati sono stati individuati nel primo pomeriggio di ieri, attorno alle 15.30. Erano stanchi, provati dalla fatica. Si sono consegnati quasi subito agli agenti. Nella loro mente un pensiero carico di rimorso: il gesto di domenica scorsa, quando avevano lasciato i tre bimbi di 7 mesi, 2 e 4 anni a un tavolo di un locale di Aosta e si erano dileguati. Il loro iniziale progetto era di proseguire il viaggio e di trascorre una vacanza al mare. Ignara delle conseguenze del suo gesto, Ina è scoppiata a piangere quando gli agenti le hanno comunicato che le autorità tedesche le hanno tolto la patria potestà: «Non immaginavo, volevo solo proteggerli, ero certa che sarebbero stati rimpatriati e che li avrei ritrovati in Germania, non appena fossi riuscita a raggranellare un po’ di soldi per il rientro».
Nei confronti di Caterina Remhof non sarà emesso alcun provvedimento restrittivo. Un fermo per identificazione è stato invece disposto nei confronti di Schmidt. L’uomo è infatti ricercato in patria per non essere rientrato in carcere dalla semilibertà.

Il provvedimento nei suoi confronti è stato deciso in attesa che dall’autorità giudiziaria tedesca giunga il mandato di cattura internazionale.
I bambini, infine, sono già rientrati in Germania: di loro si prenderanno cura i servizi sociali di Finnentrop, il paese in cui vivevano con la madre Caterina.

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