Raggiunta letà della presunta ragione, si capiscono alcune cose che fino a poco tempo fa erano per noi incomprensibili. Per esempio, quel ritornello che il primo di ottobre recitavano in Toscana le nostre madri, con un sorrisetto compiaciuto sul lato sinistro della bocca: «Santa Susina, si torna a scuolina», sghignazzavano. E noi, poveri pargoli, a domandarci chi fosse questa benedetta Susina e perché mai fosse così popolare tra le mamme.
Adesso, che stiamo dallaltra parte della barricata abbiamo capito e vorremmo chiedere al sindaco di Milano di erigere un monumento a questa Santa Susina. Non farà parte della tradizione meneghina e ci accontentiamo di un busto dorato in uno slargo di periferia, a Baggio o allo Stadera, sebbene limportanza del personaggio sia tale che meriterebbe di sostituire Leonardo da Vinci in piazza della Scala.
Abbiamo capito che gli sghignazzi materni erano liberatori, e anche noi abbiamo eletto Santa Susina a nostro mito. «Santa Susina, si torna a scuolina»: dopo tre mesi, tempo incredibilmente lungo che non ha uguali in nessun altro Paese dEuropa, ieri si sono finalmente riaperte le scuole, liberando le mamme da tre mesi di schiavitù pargolesca.
Finalmente a scuola, e i cuori di mamma gongolano. Si fa per ridere, ma mica poi tanto. Escludete i fortunati possessori di strapagate tate (a Milano si sfiorano ormai i 1.200 euro mensili), di nonni e/o suocere disponibili e di magioni di villeggiatura dove depositare prole, annessi e connessi; esauriti i campi scuola e i campi vacanza e i campi scout e tutto quanto ci si possa inventare per sbarcare almeno un mesetto, le mamme italiche (lavoratrici e non) sono state «schiave» dei pargoli 24 ore su 24, che oggi rispetto a ieri sono vissuti come veri tiranni. Se sia vero oppure no, questo è da vedere. Chi volesse dare letture psicologiche al fenomeno sosterrà che le donne di oggi sono madri snaturate oppure vi snocciolerà le tesi della mancanza di autorità, della perdita del ruolo genitoriale e via dicendo.
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