Un bis che ha spento i sorrisetti ironici

di Benny Casadei Lucchi
Non è solo bella questa vittoria. È più bella. Come tutti i brutti anatroccoli diventati cigni, come tutte le ragazzine goffe e con l’apparecchio che un giorno sbocciano e sono dee, come tutto ciò che ha la forza di alleviarci i tormenti di quest’epoca ad alto spread, la Ferrari che vince in Spagna non può essere solo bella. È più bella.
Più bella perché la vittoria arriva dopo le pernacchie e i sorrisini irriverenti del dopo Canada, quando Alonso e la Rossa giocarono a poker e da primi si ritrovarono quinti e non fu cosa gradevole. Perché giunge dopo le parole convinte e fiduciose del venerdì e le qualifiche del sabato e le molte attese disintegrate nel frontale con il cronometro al Q2. Perché è figlia di un’attenta strategia, di una macchina che va per davvero, di una splendida rimonta dall’undicesimo posto e di una discreta dose di fortuna. Però che ci importa se la safety car una volta tanto ha aiutato lei, la Ferrari, e non loro, gli abbonati al safety-cadeau della Red Bull, disintegrando il vantaggio di Vettel & C? E che ci importa se la bibita che corre del tedesco è andata kappaò sul finire? I motori si possono rompere, i due Renault si sono rotti, quelli della Rossa no. E Alonso era comunque lì, secondo, pronto ad approfittarne, a prendere tutto, a gioire per tutto perché stavolta tutto era concesso.
Sì, questa vittoria non è solo bella, è di più, c’è dietro il dannato lavoro di recupero tecnico degli uomini di Maranello e c’è intorno il contributo non richiesto ma gradito (in classifica) di Hamilton che torna il vecchio Lewis pasticcione e a due giri dalla fine fa agli autoscontri con killer Maldonado e ha la peggio e regala ossigeno a Fernando di nuovo primo nel mondiale. Lewis era arrivato a Valencia primo in campionato con due punti su Alonso; torna a casa terzo a meno 23. Una meraviglia anche questa, tanto più che lo stesso Vettel è stato fagocitato, quarto a 26 punti. I due più temuti dalla Rossa e lo spagnolo finalmente un po’ lontani.
Una vittoria più bella perché si affianca a quella in Malesia e perché Alonso ha scelto la Spagna, casa sua, Gp numero 8, per centrare il primo bis dell’anno nel campionato dei 7 vincitori in 7 gare.

Una vittoria più bella persino sul podio, con tre “ferraristi” a brindare: Schumi, l’uomo della resurrezione Rossa e dei cinque mondiali di fila; Kimi, l’uomo dell’ultimo titolo piloti del Cavallino. E poi, e prima, e durante, lui, Fernando. L’uomo che ha raccolto il testimone da entrambi. L’uomo che deve rendere tutto ancora più bello.

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