Bizzarra «antologia» dell’inconscio tra note e parole di Sanguineti e Razzi

La Iuc, da tempo, mette in cartellone almeno una serata per stagione dedicata alla musica d’oggi. Quest’anno con Smorfie, azione scenica di Fausto Razzi, si propone di festeggiare i 75 anni di un compositore romano fra i più conosciuti e apprezzati. Singolare figura di musicista, Razzi si è diviso equamente fra la composizione sperimentale, con incursioni anche elettroniche (la sua prima composizione Progetto di computer music risale al 1971), unitamente alla riflessione teorica sulla materia; e la musica antica, specie quella legata al teatro, all’epoca del Manierismo e del primo Barocco, fondando e dirigendo il Gruppo vocale/strumentale «Recitar Cantando» con il quale ha realizzato indimenticabili spettacoli in Italia e all’estero: Euridice di Jacopo Peri, Dafne di Marco da Gagliano, regista Cobelli, Il ballo delle ingrate di Monteverdi; Rappresentazione di Anima e di Corpo di De’ Cavalieri, con la regia di Bussotti. Anche in veste di compositore il teatro ha attratto Fausto Razzi, al punto che negli ultimi decenni, parecchi lavori di «teatro musicale» compaiono nel suo repertorio, spesso su testi dell’amico Edoardo Sanguineti. «Smorfie - spiega Razzi - pubblicato da Sanguineti nell’86, ma non concepito per una dimensione teatrale, mi è parso particolarmente interessante in quanto non c’è una storia basata su di un corso logico e temporalmente definito; bensì un continuo susseguirsi di situazioni oniriche giustapposte con modalità illogiche, ma in realtà secondo una loro logica: quella onirica, appunto. I supporti dell’azione sono tre: la parola recitata, quella cantata e il suono strumentale, ai quali si aggiunge la registrazione di una voce su nastro». «L’ascoltatore - consiglia il musicista - dovrà quindi tener conto in egual misura del significato del testo, del suo aspetto sonoro, fonetico, del materiale propriamente musicale e dell’aspetto visivo e gestuale implicito nel testo stesso».

Per Smorfie, azione scenica per tre voci, flauto, violino, pianoforte e supporto digitale (1997), Fausto Razzi impiega Anna Cianca, Mirella Mazzeranghi, voci recitanti; Anna Elena Masini, soprano; Birgit Nolte, flauto; Marco Rogliano, violino e Ciro Longobardi, pianoforte; la voce registrata è di Orietta Moffa. Regia luci di Mario Prosperi; direttore Marco Angius. Aula magna della Sapienza, questa sera alle 20.30. Biglietti da 10 a 20 euro (8 euro per studenti). Info: 06.3610051.

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