Åre - Gigante uomini oggi in un Mondiale che a livello maschile cerca un campione e un podio con una logica per la storia più recente dello sci. Fatta eccezione per Svindal, norvegese, attuale leader di coppa, un 24enne già primo in tutte le discipline a eccezione dello slalom, neo-iridato in discesa, tutti gli altri a medaglia sono i classici re per un giorno. Nessun ridimensionamento, a iniziare dall’azzurro Patrick Staudacher, oro in superG, ma solo un’annotazione dell’imprevedibilità del centro svedese. Diversa la neve dello Jamtland, secca e ben poco sciabile in confronto alle nevi alpine e americane.
A differenza di quello femminile, il gigante maschile sarà corso alla luce del sole, alle 10 la prima manche, all’una la seconda. Per l’Italia in gara Max Blardone, Manfred Moelgg, Alberto Schieppati e Peter Fill (al posto di Simoncelli, operato ai legamenti del ginocchio destro). Capitano del quartetto Blardone, 27 anni il novembre scorso, a uno snodo importante della carriera. Tre volte vittorioso in coppa (e sette volte secondo, mai terzo), è uno che ha dimostrato di gradire il pendio di Åre, secondo a marzo dietro all’austriaco Raich: «Questa è una pista con poca pendenza in basso e non è che in alto sia una vertigine. E poi c’è una neve molto difficile da sciare, serve attenzione ad ogni passaggio. Siamo tutti molti vicini».
Lui, Blardone, che gira con una bandana e l’aria da discolo allegro, è l’unico italiano che nell’inverno abbia vinto in coppa: un po’ il suo limite psicologico, dato che i risultati a Mondiali e Olimpiadi non sono mai stati all’altezza: «Non ho mai fatto promesse però, non devo giustificazioni. Qui mi sento molto tranquillo, essere un favorito della vigilia conta poco, io vorrei stare bene e far festa dopo... Di sicuro mi sento bene, sono rilassato e il 16° posto in superG è stato un divertimento. Questi sono campionati un po’ strani. Per me le sorprese non sono finite. Svindal sarà gasato in gigante, Raich sembra così così ma può dare la zampata e Palander è appena diventato papà e sarà su di giri».
Ma questi sono nomi che tutti possono pronosticare, Raich ad esempio è il campione olimpico di Torino 2006. Sarebbe invece più stupefacente se Maier bissasse Bormio 2005; meno sorprendente per il ct Roda se sul podio salisse Manfred Moelgg, che ieri ha fatto una gagliarda dichiarazione: «Mi sento molto bene, la neve è molto bella e ho stabilito un buon feeling con il posto».
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