Castelvolturno - Un arresto per la strage. Uno dei presunti responsabili della strage di giovedì sera a Castelvolturno è stato arrestato dalla squadra mobile della questura di Caserta. Si tratta di Alfonso Cesarano, di 29 anni. È stato catturato dalla polizia in casa dei genitori, a Baia Verde, la stessa località dove poco prima della strage di immigrati di colore era stato ucciso il titolare di una sala giochi. Cesarano è ritenuto vicino al clan dei Casalesi ed era già agli arresti domiciliari. Le forze dell’ordine, inoltre, hanno aumentato i presidi e i controlli sul territorio. Altre persone avrebbero subito controlli approfonditi nell’ambito della ricerca dei sicari della strage.
Le accuse Strage, omicidio volontario aggravato dalle modalità mafiose, porto e detenzione illegale di armi da guerra: sono queste le ipotesi di reato contestate a Cesarano, il pregiudicato arrestato nell’abitazione dei genitori a Baia Verde di Castelvolturno. L’uomo è ritenuto uno dei responsabili dell’uccisione del titolare della sala giochi di Baia Verde, ucciso con una ventina di colpi di pistola di grosso calibro e kalashnikov e del successivo agguato nella sartoria gestita da immigrati del Ghana, nel corso del quale sono statti esplosi oltre 120 colpi e uccisi all’istante cinque extracomunitari ghanesi, della Liberia e del Togo, mentre un sesto è morto alcune ore dopo nell’ospedale di Pozzuoli. Un settimo immigrato, coinvolto nella sparatoria è ancora ricoverato al Cardarelli di Napoli.
A pochi metri dalla sala giochi È stato arrestato a pochi metri dalla sala giochi di Castelvolturno dove giovedì sera è stato ucciso Antonio Celiento ed è accusato di aver fatto parte del gruppo di fuoco che prima ha ammazzato l’italiano e poi, dopo 20 minuti, ha compiuto la strage dei sei immigrati. Cesarano è stato catturato dalla polizia nella villetta dei genitori, proprio di fronte alla sala giochi di Celiento. Associazione per delinquere di tipo camorristico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, porto e detenzione illegale di armi: sono questi i precedenti penali dell'uomo. Secondo gli investigatori, l’arrestato è affiliato alla fazione del clan dei casalesi capeggiata da Francesco Bidognetti, detto "Cicciotte ’e mezzanotte". Non è escluso, però, che Cesarano facesse parte del gruppo di affiliati all’organizzazione di Bidognetti che da tempo avrebbe scelto di operare in proprio, seminando terrore, con continui attentati a negozi e ditte e con omicidi di familiari di pentiti o di testimoni di giustizia. La strage di giovedì sera potrebbe rientrare nella scia di sangue che ha visto, tra le altre vittime, Umberto Bidognetti, il 2 maggio scorso, colpevole solo di essere il padre del pentito Domenico, e poi l’imprenditore Domenico Noviello, ucciso il 16 maggio con 22 colpi di pistola a Castelvolturno dopo aver denunciato i clan, e Michele Orsi, freddato il primo giugno.
I rinforzi Arrivano oggi i 400 uomini delle forze dell’ordine inviati dal governo in provincia di Caserta per combattere la criminalità organizzata dopo la strage degli immigrati di giovedì. L’arrivo dei rinforzi, 150 poliziotti, 150 carabinieri e 100 finanzieri, e le operazioni in cui saranno impiegati saranno presentate stamattina all’accademia di polizia di Caserta.
Governo pronto a mandare mille soldati Il governo deciderà domani se inviare in Campania "fino a 1.000" militari per affiancare le forze dell’ordine nella lotta contro la camorra. Lo hanno confermato oggi Ignazio La Russa e Roberto Maroni, ministri della Difesa e dell’Interno, negando che ci sia disaccordo tra loro su questo eventuale provvedimento. "Valuteremo domani nel Consiglio dei ministri - ha detto Maroni a margine del volo di prova di un aereo Alenia Aermacchi - se sarà necessario affiancare alle forze dell’ordine i militari così come avviene con ottimi risultati nelle città". Secondo il titolare del Viminale intanto lo Stato "la risposta l’ha data subito mandando 400 agenti delle forze dell’ordine e arrestando stamattina il presunto colpevole" della strage del 18 settembre a Castel Volturno.
La Russa "Io sono d’accordo - ha aggiunto La Russa - anche se naturalmente c’è un problema di fattibilità che stiamo verificando". Secondo il ministro della Difesa "non bisogna tirare la coperta e farla diventare troppo corta. Se c’è bisogno di ulteriore aiuto questo non significa togliere i militari dal proprio compito di affiancamento delle forze dell’ordine che è stato molto ben accolto dall’opinione pubblica". Il ministro ha precisato che "ci può essere un intervento aggiuntivo e non sostitutivo, tantomeno rispetto al pattugliamento". In ogni caso i militari che saranno eventualmente inviati saranno "fino a 1.000". "Se io e Maroni non avessimo trovato un accordo - ha scherzato La Russa scendendo dall’aereo - non ci avrebbero fatti atterrare, ma non c’è mai stato disaccordo.
Stiamo discutendo sulle modalità, ma io sono stato l’antesignano nel dichiarare che, quando serve, le forze armate possono andare in aiuto per compiti che sono abitualmente e stabilmente delle forze dell’ordine".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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