Addio allo scultore Arnaldo Pomodoro

L’Italia perde l’ultimo dei grandi artisti di fama mondiale, fratello maggiore di Giò Pomodoro e rinomato soprattutto per le sue "sfere". Avrebbe compiuto 99 anni oggi

Addio allo scultore Arnaldo Pomodoro

L’Italia perde l’ultimo dei grandi artisti di fama mondiale, lo scultore Arnaldo Pomodoro, fratello maggiore di Giò Pomodoro. Si è spento ieri sera, domenica 22 giugno, a Milano alla vigilia del compimento dei suoi 99 anni, nella sua casa.

Arnaldo Pomodoro e l'approdo alla scultura

Nasce a Montefeltro nel 1926 e trascorre la sua infanzia nelle Marche, a Orciano di Pesaro. Consegue il diploma di geometra a Rimini e frequenta l’Università a Bologna presso la Facoltà di Economia e Commercio. “Avrei voluto fare l'architetto, ma mio padre si ammalò e così decisi di accorciare gli studi e diventare geometra per assicurarmi subito uno stipendio”, rivelerà in un’intervista. All’inizio degli ’50 viene assunto come consulente al Genio Civile di Pesaro dove si occupa della ricostruzione degli edifici distrutti dalla guerra. Nel frattempo approfondisce i suoi studi di scenografia ma nel ’53 lascia Pesaro per andare a lavorare a Como e di lì a poco va a vivere a Milano a casa di Giò. Nel ’56 i due fratelli Pomodoro riscuotono un notevole successo alla Biennale di Venezia e l’anno successivo, grazie alla liquidazione ricevuta da Arnaldo dopo il suo licenziamento dal Genio Civile, aprono uno studio. È in questo periodo che lo scultore stringe importanti rapporti d’amicizia con vari artisti dell’epoca tra cui Lucio Fontana e conosce gli scrittori americani della beat generation.

Il viaggio negli Stati Uniti e il successo alla Biennale di Venezia

Nel ’59 Pomodoro vince una borsa di studio del Ministero degli Esteri e compie il suo primo viaggio negli States. “Il desiderio di andare negli Stati Uniti era soprattutto motivato dalla grande curiosità di conoscere da vicino gli artisti americani, dopo che avevo visto alcune opere straordinarie portate in Italia da Peggy Guggenheim, e altre alle Biennali di Venezia e di Parigi”, dice Pomodoro che, grazie a questo viaggio, entra in contatto con Felix Landau, un mercante di Los Angeles che nel ’62 organizzerà la sua prima mostra personale negli Stati Uniti. Sempre nel ’59 realizza la prima Colonna del viaggiatore, una delle sue opere più importanti che, per sua stessa ammissione, voleva essere“un omaggio a La colonna senza fine di Brancusi”. “La colonna del viaggiatore indica il desiderio di scoprire lo spazio: c'era già stato il volo di Gagarin e, dunque, per me il viaggiatore era il novello conquistatore del cosmo”, spiegherà. Pomodoro punta tutto sui solidi geometrici “intervenendo come una termite, per separare e togliere, per entrare all'interno della forma, per distruggerne il significato simbolico”. Negli anni ’60 in America entra in contatto con artisti del calibro di Mark Rothko ed Andy Warhol, mentre in Italia, insieme al fratello Giò e all’amico Lucio Fontana, crea la corrente artistica denominata “Il Gruppo di continuità”. Nel ’63 crea la sua prima sfera e, alla Biennale di San Paolo del Brasile, gli viene consegnato il "Premio Internazionale per la Scultura". L’anno seguente vince il "Premio Nazionale di Scultura" alla XXXII Biennale di Venezia dove espone nuovamente le sue famose sfere perforate.

Pomodoro e le "sue sfere"

Nel ’65 si tiene a New York la sua prima mostra personale e due anni più tardi Pomodoro vince il premio Pittsburgh. “La mostra fu un successo esplosivo di vendita e di critica, che mi fece quasi paura. La rivista "Time" mi dedicò un'intera pagina a colori con il titolo Dissatisfied Aristotele e il MoMa (Museo d'Arte Moderna di New York) acquistò la Sfera n. 1”, ricorderà nel corso di un’intervista rilasciata negli anni 2000. Nel ’66 realizza una sfera di tre metri e mezzo per l’Expo di Montreal che attualmente si trova a Roma di fronte al palazzo della Farnesina. “La sfera è una forma magica. La superficie lucida rispecchia ciò che c'è intorno, restituendo una percezione dello spazio diversa da quello reale, e crea mistero”, dirà. Sempre nel ’66, mentre insegna alla Stanford University in California, realizza l’opera Il grande ascolto come omaggio agli studenti americani che col megafono manifestavano la loro contrarietà alla guerra in Vietnam. “Per me l'America ha rappresentato un approccio non accademico e non-retorico all'arte: c'è infatti una grande sensibilità per le opere d'arte quando vi emerge una forza creativa e innovativa, quando vi si coglie una intuizione, una rottura, un senso di freschezza”, spiegherà lodando i collezionisti che lo apprezzano e “che non pensano solo all'investimento, come oggi purtroppo avviene un po' dappertutto”. Dopo un viaggio nello Yemen, invece, folgorato dalle colonne della regina di Saba, dà forma alle sue prime Stele che, così come le sfere, sono squarciate in più punti. Nel ’68 insegna alla Berkeley University e crea un grande bassorilievo per l’Ambasciata italiana a Tokio.

Nel 1970 espone le sculture Forma X e Onda davanti alla Galleria Manzoni di Milano e organizza una grande mostra itinerante negli Stati Uniti. In Italia il Comune di Modena gli commissiona un’opera che ricordi i partigiani della Resistenza mentre per la Mondadori realizza la ‘Colonna a grandi foglie’ per la sua sede di Segrate. A metà anni ’70 Pomodoro espone le sue opere a Parigi, New York e Bruxelles e, in occasione dell’uscita del film Star Wars, Pepe Karmel scrive sul New York Times: “Sono sicuro che è stato Pomodoro, con le sue sfere lucenti che si aprono in un gioco di sorprese, il primo ispiratore di tanti film di fantascienza: dai paesaggi di Guerre Stellari all’astronave di Independence Day”. Gli anni ’80 sono caratterizzati dalla realizzazione del Disco Grande, posizionato in piazza Meda a Milano, dalla creazione delle prime Aste cielari e dall’installazione di due grandi fontane poste di fonte al palazzo reale di Copenaghen. Sempre in questo periodo Pomodoro viene incaricato dal Teatro dell'Opera di Roma di occuparsi della scenografia e dei costumi per lo spettacolo Semiramide di Rossini che andò in scena per celebrare il centenario del Teatro. Il Comune di Milano, sempre in questo periodo, gli rende omaggio conferendogli la Medaglia d'oro di "Benemerenza Civica".

Gli ultimi anni di vita di Pomodoro

Nel 1990 una sua grande Sfera con sfera viene collocata nel cortile della Pigna, all’interno dei Musei Vaticani e nello stesso anno riceve il Præmium Imperiale dalla Japan Art Association per la scultura. “Per me la massima aspirazione è quella di avere come ambiente, per le mie opere, l'aperto, la gente, le case, il verde. Sono perciò contento che molte mie sculture siano collocate in importanti piazze del mondo e in luoghi significativi, come il piazzale delle Nazioni Unite a New York (1996 ndr), il cortile della Pigna dei Musei Vaticani a Roma o ancora la sede della Casa Editrice Mondadori di Segrate, progettata da Oscar Niemeyer”, dirà Pomodoro che nel 1992 riceve dal Trinity College dell’Università di Dublino anche la laurea honoris causa in Lettere. Nel ’91 il suo ‘Disco Solare’ trova posto di fronte al Palazzo della Gioventù di Mosca mentre tra il ’93 e il ’95 Pomodoro lavora sulla ‘Freccia’, scultura che viene collocata a Parigi davanti alla sede dell’Unesco. “L’opera vuole essere una 'freccia' che si slancia per indicare l’edificio dell’UNESCO: ciò vale a segnalare e a simboleggiare il luogo dove si lavora collegialmente in favore dei valori di vita e di pensiero umano”, scriverà l’artista sul suo sito. Nel ’95 Pomodoro realizza per il Comune di Rimini una scultura in onore al regista Federico Fellini. L’anno seguente lo scultore viene nominato Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine "Al merito della Repubblica Italiana". Sempre nel ’96 nasce la Fondazione Arnaldo Pomodoro. Nel 2002, su commissione dell'arcidiocesi di Milwaukee, nel Wisconsin, crea, insieme a Giuseppe Maraniello, la Corona radiante con un crocifisso che viene issato sopra l’altare della Cattedrale di San Giovanni Evangelista. Nel 2004 vede la luce Novecento, una grande scultura commissionata dall’ex sindaco Francesco Rutelli nel ’99 per celebrare il passaggio del millennio. Un’opera che si trova nel Piazzale Pier Luigi Nervi “un luogo – dirà Pomodoro - particolarmente significativo che segna, per chi giunge dal mare, l'accesso alla grande città eterna”.

Nel 2001 l’Università di Ancona conferisce allo scultore la laurea honoris causa in Ingegneria edile-architettura mentre nel 2008 Pomodoro riceve il Lifetime Achievement in Contemporary Sculpture Award dell’ International Sculpture Center di San Francisco.

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