Blitz in via Gradoli, sgomberati trans e stranieri che vivevano in ex cantine

Per loculi sotterranei di 15 metri quadri venivano pagati 400-500 euro al mese. Affitti dimezzati dopo lo scandalo Marrazzo. Messe sotto sequestro preventivo 30 unità immobiliari

Un tempo erano cantine. Poi si sono trasformate in loculi di 15 metri quadri senza finestre che i proprietari facevano fruttare come miniappartamenti dotati di tutti i comfort. Abitare qui poteva costare anche 800 euro al mese. Poi è arrivato lo scandalo Marrazzo e gli affitti si sono dimezzati. Ma si parla sempre di cifre scandalose se per abitare in una stanza nei tre piani seminterrati di questo edificio in via Gradoli era necessario sborsare 400-500 euro. Ieri la polizia municipale ha fatto un blitz nella strada sulla Cassia dove si trova l'appartamento in cui l'ex presidente della Regione Lazio è stato sorpreso e in compagnia di un trans. E transessuali sono molti dei 40 stranieri che abitavano i 30 locali sgomberati e sottoposti a sequestro preventivo. Un «sottomondo» popolato da viados, filippini e romeni che convivevano, anche in quattro a locale, in spazi e condizioni sanitarie al limite, i cui proprietari riscuotevano l'affitto dopo aver stipulato contratti per l'utilizzo dei locali come magazzini. «Non sono riconvertibili ad uso abitativo - spiega il delegato del sindaco alla sicurezza Giorgio Ciardi - pertanto verificheremo se l'iter amministrativo per il condono è stato regolare».

«L'importante operazione in via Gradoli - commenta il sindaco Gianni Alemanno - conferma l'impegno e l'attenzione di questa amministrazione sui temi della sicurezza e della lotta al degrado, specie nelle zone più periferiche. Era impensabile che persone potessero vivere in appena 15 metri quadrati, senza i servizi necessari e in edifici non agibili».

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